L’“albero del pane” dal legno duro e multiuso

Una padella in ferro bucato, un fuocherello acceso, un mestolo, un cartoccio, una persona simpatica e via… primo esempio di street food (cibo di strada) diffuso nelle città e nei Paesi di tutta Europa: le “caldarroste”. Con quel loro sapore un po’ romantico e un po’ retrò, spesso accompagnate dal vin brulè, da sempre ci aiutano ad affrontare i primi freddi con un pizzico di buon umore.

Castanea Sativa appartiene alla famiglia delle Fagacee assieme ad altri due monumenti viventi delle foreste Euroasiatiche e del Nord America: le querce ed i faggi. Sono alberi a legname duro, eletti a simbolo di protezione: intorno ad essi infatti tutti gli esseri viventi trovano riparo. Piante molto longeve, tronchi ben piantati e di straordinaria grossezza, chiome ampie e maestose come cupole, fogliame elegante.

In Trentino il castagno fu introdotto all’epoca dell’Impero Romano. Già allora ne conoscevano diverse varietà, era apprezzato per i frutti ma non solo.

Il legno, molto resistente all’umidità e ad alto tenore di tannini, era utilizzato come combustibile e per moltissimi manufatti quali doghe, barche, pali di sostegno, traversine, ecc. oltre all’utilizzo nella concia delle pelli.

Chiamato anche “albero del pane” per le qualità commestibili e l’alto contenuto calorico dei suoi frutti, in passato è stato per lunghi periodi fonte di sussistenza per le popolazioni di montagna. Lo troviamo in forma selvatica oppure coltivato con una ampia gamma di varietà, suddivise in tre grandi gruppi: Castagne locali, Marroni Eurogiapponesi e Marroni Europei. I Marroni denotano qualità gustative superiori e meglio si adattano a processi di canditura e glassatura per la produzione del “Marron Glacè”.

Il suo optimum climatico è in una zona compresa tra i 400 e gli 800 m. Preferisce terreno siliceo o marnoso, fatica a crescere in terreni calcarei e dolomitici. Sviluppa tardivamente foglie e fiori dimostrando la sua origine da Paesi a clima mite e temperato. È sensibile ad abbassamenti termici primaverili. I fiori sono unisessuali e dalla loro infiorescenza evolvono le cupole spinose, dette ricci, al cui interno sono contenuti i frutti. Fiorisce in giugno. I fiori maschili attirano api ed insetti di ogni tipo grazie all’odore penetrante e l’abbondante produzione di nettare.

Durante la Seconda guerra mondiale in Trentino vennero abbattuti molti castagni per uso industriale, cui seguì una ulteriore decimazione a causa di due gravi patologie: il Mal dell’inchiostro ed il Cancro del Castagno.

Dove le condizioni ambientali sono favorevoli mantiene una importante presenza nei boschi della Valsugana, Val di Cembra, Valli del Sarca ed affluenti, Valle del Chiese, Castione di Brentonico, Sardagna nonché nel Meranese ed in Val Venosta.

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