L’Azione cattolica austriaca invita a uscire dai ruderi delle abitudini

L’Azione cattolica austriaca scende in campo. Lo fa pubblicando cinque quaderni tematici, con l’obiettivo di porre questioni e di offrire orientamento in una fase storica di grandi cambiamenti per la società e per la Chiesa. I fascicoli trattano temi di carattere sociopolitico, come la pace, la protezione dell’ambiente, il lavoro, la partecipazione, la parità di genere.

“Il mondo è in subbuglio. Non basta vivere tra i ruderi delle abitudini a cui ci siamo affezionati, magari ripensandole in modo un po’ più originale. Ciò che serve è partire e muoversi verso l’essenziale, verso un modo di cooperare da pari a pari, verso la semplicità, verso una vita vigile e buona con tutti”. Così i vertici dell’Azione cattolica, il presidente Ferdinand Kaineder e le sue due vice Katharina Renner e Brigitte Knell nel presentare l’iniziativa.

I dossier sono strutturati secondo il metodo del vedere-giudicare-agire. Sono agili, compatti, adatti a riunioni e incontri. Parole chiare, provocatorie, in tutti i campi.

Rispetto all’attuale guerra in Ucraina – nell’opuscolo che tratta di pace – un forte invito a imparare dai propri errori. Premesso che “chi non è in grado di indicare un modo per risolvere un conflitto senza violenza non è moralmente giustificato a giudicare dell’uso delle armi per ottenere la giustizia, del diritto all’autodifesa o degli aiuti di emergenza per gli altri”, tuttavia, si deve poter analizzare la situazione presente innanzitutto per riconoscere quegli errori del passato che hanno contribuito allo scoppio della guerra. “Possiamo imparare dagli errori, anche in modo autocritico. Nel caso della guerra in Ucraina, questo significa che la ricca Europa occidentale è in parte responsabile della guerra, perché da anni acquista risorse (ad esempio gas e petrolio) dagli oligarchi russi ma pure (!) dal capitalismo oligarchico ucraino, anche l’energia nucleare!”. Proprio “per indebolire l’Ucraina, sono stati costruiti per la Russia due gasdotti-bypass attraverso il Mar Baltico con finanziamenti europei. Chi si comporta in questo modo non è più credibile nelle sue attuali promesse di fedeltà all’Ucraina”.

Sulla crisi climatica: “L’Austria non è un paese modello”. E “non è il momento di ritirarsi nella sfera privata”. È il momento invece “di essere coraggiosi, di smettere di stare semplicemente al gioco di un sistema che sta distruggendo i nostri mezzi di sostentamento, che sta facendo sprofondare innumerevoli persone nella miseria e che ne farà sprofondare altre ancora”. Questo è il momento, leggiamo nel fascicolo sul clima, “di essere luce del mondo”. I gravi danni che arrechiamo all’ambiente non possono essere leniti con piccoli espedienti, “come troppo spesso cerchiamo di fare anche nella Chiesa”. Servono provvedimenti legislativi adeguati per poter andare al di là degli appelli morali e per non doversi affidare solamente sulla buona volontà dei singoli.

Non si tratta solo di lanciare anatemi contro la gestione politica contingente, ma anche, come Chiesa, di recuperare onestà intellettuale. Ad esempio: il ruolo della Chiesa nello sviluppo della pari dignità tra uomo e donna. “Le organizzazioni cattoliche tendono a essere culturalmente gerarchiche e patriarcali. La gerarchia dei sessi è rafforzata dal fatto che le donne non possono accedere alle più alte posizioni di guida (ministeri ordinati)”. L’esclusione delle donne dalle responsabilità nella guida della comunità non fa che perpetuare la disuguaglianza di genere. “Questa è una conseguenza di un modo di concepire i generi da parte della Chiesa, che ormai da tempo è stato messo in discussione dal punto di vista teologico”.

I cinque fascicoli – in lingua tedesca – sono scaricabili online all’indirizzo www.kaoe.at/dossiers o possono essere ordinati gratuitamente compilando l’apposito modulo.

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