“Nei tuoi panni” (RaiDue), uno scambio di ruoli… tutto in famiglia

La conduttrice Mia Ceran

Nel pomeriggio di Rai 2 all’ora del tè c’è spazio per quello che viene definito “un esperimento sociale”. Nel nuovo programma “Nei tuoi panni” si alternano, infatti, come protagoniste famiglie diverse i cui componenti provano, ad uso delle telecamere, a ricoprire il ruolo e le mansioni che, invece, sono proprie di un altro congiunto.

In tale maniera, soprattutto figli e genitori oppure i coniugi tra loro si scambiano per un po’ di tempo i compiti che sono loro propri e si devono sforzare di capire cosa possa sperimentare in cuor suo il familiare che stanno “sostituendo”.

Quello che potrebbe apparire solo un simpatico e a tratti esilarante gioco di ruolo, per la conduttrice Mia Ceran (nella foto), invece, avrebbe lo scopo di migliorare la qualità delle relazioni all’interno dello stesso nucleo di conviventi.

In studio, insieme con la famiglia protagonista che si rivede per la prima volta in video nello stesso momento in cui i telespettatori la osservano sul piccolo schermo, vengono convocati esperti di diverse discipline per commentare in modo professionale quanto è accaduto. Accanto agli interventi di quest’ultimi, risultano particolarmente interessanti le interviste a personaggi noti al pubblico riguardanti il modo con cui essi hanno saputo affrontare le sfide quotidiane delle loro famiglie sia quand’erano ragazzi e anche adesso che magari da genitori si sforzano di educare i figli.

La conduttrice ha voluto che l’ambiente che accoglie gli ospiti riproduca quello di una normale casa, con tanto di entrata e di ampio salotto.

Certamente le famiglie che accettano di partecipare al programma sono consapevoli della spettacolarizzazione dei loro sentimenti e di come la loro intimità possa venire distorta per rendere il racconto più interessante. Sebbene le storie portate in televisione siano solo verosimili, non per questo perdono in modo considerevole la loro spontaneità e genuinità. Molte persone possono facilmente identificarsi con quanto vedono sul piccolo schermo. Il tempo che si trascorre in loro compagnia risulta gradevole perché nel dibattito e nel confronto emerge sempre una grande simpatia per la famiglia e un invito a ravvivare le relazioni interpersonali nel segno della comprensione reciproca e del dialogo empatico. Lo share che si aggira attorno al 2% è tuttavia un risultato mediocre, segno che sebbene l’idea di partenza sia accattivante, lo stile un po’ troppo riflessivo per questa fascia oraria dirotta i telespettatori verso programmi di evasione.

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