Non c’è posto… oppure c’è? L’accoglienza spiegata dalle foche

La copertina del libro di Kate e Jol Temple “(Non) C’è posto per tutti”

Un libro per due narrazioni: è questa la definizione in breve che si può dare di “(Non) C’è posto per tutti” (Il Castoro), un albo illustrato da leggere in due sensi per scoprire due modi diversi di approcciarsi agli altri.

Sulla roccia dove ci sono tre foche sdraiate, ne arriva una quarta con il suo cucciolo in cerca di un posto sicuro. “Questa roccia è nostra, non c’è spazio”, dichiara il trio. Ma è davvero così?

Se si legge questo libro normalmente, dalla prima all’ultima pagina, è proprio questa la realtà: non ci si può stare tutti sulla piccola roccia ed è difficile fare spazio per gli altri. Quando, però, il libro viene letto all’incontrario, partendo dal fondo, le foche diventano più accoglienti e accettano che i nuovi arrivati si riparino sull’isoletta e la sentano anche casa loro.

Il tema della condivisione e dell’accoglienza è trattato in modo originale in questo albo illustrato dal testo poetico e dalle illustrazioni tenui come fatte ad acquerello. Il mondo rappresentato è quello di un ambiente acquatico calmo e tranquillo in cui non sembra essere ammesso elemento esterno di disturbo. Le foche, delicatamente antropomorfizzate, hanno delle espressioni facciali che, anche se un po’ strane probabilmente a causa della sfida di creare le due narrazioni, esprimono le emozioni e i sentimenti sottesi alle parole.

Questo albo è adatto ad una lettura uno a uno o ad un ristretto gruppo di bambini non troppo piccoli, perché non è un libro che “arriva” facilmente ad una prima lettura. La doppia narrazione, infatti, rende obbligatorio offrire ai bimbi la possibilità di riesplorare le pagine confrontando la storia nei due sensi per raggiungere i diversi significati. La lettura ad alta voce, inoltre, va preparata con cura per veicolare bene attraverso l’intonazione il diverso contenuto delle due versioni.

In un’intervista, che si legge sul sito dell’editore, i due autori affermano che l’albo è stato ispirato dall’emergenza rifugiati che il mondo sta affrontando in questo momento e che volevano scrivere un libro che veicolasse empatia e permettesse ai bambini di esplorare l’argomento da due prospettive: è solo cambiando punto di vista, infatti, che le cose possono assumere significati diversi e ciò è importante per riuscire ad aprire agli altri il proprio mondo con generosità.

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