Ora tocca a noi rispondere

I lettura: Giona 3,1-5.10;

II lettura: 1Corinzi 7,29-31;

Vangelo: Marco 1,14-20

Immaginiamo il palcoscenico di un teatro: si susseguono le scene di una commedia, tante figure una dopo l'altra… Forse san Paolo pensava proprio a una commedia quando scriveva ai cristiani di Corinto quelle parole che sentiremo la prossima Domenica: Fratelli, passa la figura di questo mondo! Pertanto non siate così sciocchi da pensare che nulla cambia. No, anzi: tutto passa. Tramonta. Finisce. Ma in tutto questo, c'è qualcosa che resiste e non passa?

Gesù si recò nella Galilea, proclamando ovunque: “Il tempo è compiuto, il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete a questa bella notizia!”. Più d’uno, ascoltando il vangelo, potrà dire di averle già sentite più e più volte queste espressioni; resta da vedere se le abbiamo anche accolte nella nostra vita, così da lasciarcene trasformare dal di dentro, o se invece le abbiamo sempre tenute a distanza, sulla soglia… In tal caso, il Regno di Dio sarà sempre soltanto vicino, a meno che – finalmente – non ci si decida a lasciarsi interpellare da Gesù e a seguirlo personalmente. Quando capiremo che Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni (ai quali Gesù si rivolgeva), sono soltanto i primi nomi di un elenco, e che in questo elenco ci sono anche i nostri nomi? Quando sentiremo quell’invito “Seguimi!” rivolto personalmente a ciascuno di noi? Certo, ognuno si pone di fronte al vangelo con tutta la sua vita e ci vuol poco a immaginare che è una vita già piena, anche di pensieri e di apprensioni. Per chi ha famiglia poi, pensieri e apprensioni non mancano mai. Ma forse che Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni – che pure avevano famiglia – vivevano in un paradiso terrestre? Impensabile, con quel mestiere di pescatori che non dava mai la possibilità di sbancare il lunario con una certa serenità. Altrochè se apprensioni e ansie erano di casa anche per loro! Ed è proprio quelle situazioni che la bella notizia di Gesù ha potuto trasformare, cioè trasfigurare, perché a quell’invito – Seguimi! – hanno risposto sì. Il Regno di Dio non era più solo vicino per loro: poté entrare nella loro vita.

Insomma, sulla scena del mondo sta accadendo un evento che non passerà come gli altri, su di esso non calerà mai il sipario; anzi, passerà la scena, scomparirà anche il palcoscenico, perfino il teatro, ma quell'evento rimarrà per sempre: il Regno, il Regno che Dio va costruendo dentro la storia dei popoli, tra le vicende degli uomini, nel bel mezzo delle nostre situazioni quotidiane (sociali, di famiglia, o personali che siano…). D’accordo che questa parola “Regno” ci richiama storie e favole d’altri tempi, ma qui c’è qualcosa di divino che fa eccezione! È qualcosa che suscita una sensazione simile a quella di chi viaggia in autostrada: non ha idea della velocità degli automezzi che viaggiano alla pari del suo, ma se parcheggia e si ferma ad osservare, trova che tutti corrono, anche quelli che pensano d’andar piano…

Chi accoglie l'annuncio di Gesù, chi cerca il Regno di Dio e vi mette le sue radici, trova che tutto il resto è ancora più provvisorio di prima, passa ancora più velocemente del solito… Basti pensare a certi grossi eventi succedutisi in questi ultimi decenni: come cambiano in fretta gli scenari della commedia! Ma allora ha ragione san Paolo a metterci in guardia; ha ragione di farci attenti alla provvisorietà delle nostre stesse esperienze personali: sposarsi, metter su famiglia, sì certamente, è naturale: ma le tue radici mettile nel Regno di Dio che non passa, non in una persona che – vivesse anche 100 anni e più – prima o poi passa comunque (ecco il senso di quelle parole: “quelli che hanno moglie – o marito – vivano come se non l’avessero”). Ore di sofferenza oppure di gioia, certo che ci sono nella vita: ma sia nella prova, come nella gioia, non perdere di vista il Regno di Dio… Quanto al comprare, al vendere e fare affari, sì ma come occupazione, con equilibrio: non lasciare che le occupazioni diventino pre-occupazioni. “I pagani si preoccupano; voi no – dice Gesù – : voi preoccupatevi del Regno di Dio e dei suoi ideali, e il resto – ciò di cui avete bisogno – vi sarà dato in aggiunta”.

E in cosa consisterà questo Regno che Gesù annuncia? Chi potrà farne parte? Gesù è un Maestro che risponde e spiega le cose cammin facendo. Per intanto si limita all’invito: “Seguitemi!”. Chi può dire di averlo già accolto, di essersi già messo una volta per tutte al seguito di Gesù? E di sapere in anticipo ciò che comporta un tale invito? Ce lo chiediamo anche noi preti in questi giorni, nei quali teniamo le nostre settimane di fraternità e di aggiornamento. Perché prioritario non è l’esser preti o l’esser laici. Prioritario è rispondere – se pure in modalità diverse – a quell’invito rivolto a tutti.

“Convertitevi e credete al Vangelo!”. Sì, c’è da convertirsi per davvero, occorre proprio cambiare mentalità: tutti, preti o laici che siamo. Le differenze vengono tutte dopo. E quel “Seguitemi!” è indirizzato a persone concrete, quali siamo noi, dentro situazioni reali che Gesù conosce alla perfezione. Ora tocca a ognuno di noi dare la sua risposta, come fecero la prima volta quei pescatori, là sulle rive del Mare di Galilea.

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