Ortensie ingiallite

ORTENSIE INGIALLITE. Le piante di ortensia sono in questo momento nel pieno della fioritura. Molte piante mostrano però anche evidenti i segni di clorosi con ingiallimenti diffusi delle lamine fogliari (solo le nervature rimangono verdi). Vanno trattate subito spruzzando le chiome con dei prodotti a base di ferro celato di pronta assimilazione (Sequestrane e simili). Il prodotto va sciolto nell’acqua e spruzzato sulle foglie. Il ferro si può distribuire anche la terreno nella specifica formulazione assorbibile dalle radici o distribuito anche usando con l’innaffiatoio per le irrigazioni giornaliere. Usare la dose indicata sulla confezione, cioè non più di 3-5 grammi per litro di acqua. Soluzioni più concentrate possono provocare ustioni e causare la caduta anticipata delle foglie, compromettendo la fioritura. Tenere poi presente che le ortensie sono piante acidofile e quindi vegetano bene in terreni tendenzialmente acidi come rododendri, azalee, magnolie, eriche, skimmie e camelie. Il terreno si può acidificare spargendo semplicemente un pugno di zolfo in polvere alla base dei singoli cespi. per le annaffiature usare acqua non calcarea.

DOSARE I CONCIMI. Gli apporti fertilizzanti con concimi minerali, semplici o complessi troppo frequenti ed abbondanti, in particolare con andamento climatico piovoso, causano su molte orticole uno sviluppo vegetativo veloce e concentrato in tempi così ristretti da comportare un curioso, quanto normale arrotolamento delle foglie apicali. Il fenomeno è comune a molti ortaggi da bacca quali pomodoro e peperone.

Non si tratta di malanno dovuto a funghi o insetti, ma della conseguenza della grande disponibilità di elementi nutritivi che non lasciano tempo alle piante di distendere naturalmente i tessuti vegetali. Qualsiasi trattamento è inutile e sconsigliabile. E’ sufficiente sospendere le concimazioni, irrigare abbondantemente per facilitare il dilavamento dei nutrienti e dare più tempo alle foglie di distendersi.

TORBA E PERLITE. Il substrato (terriccio) ideale per fare il taleaggio, cioè per la riproduzione di molte piante da giardino e da fiore (questo è il tempo di crisantemo, photos, coleus, oleandro, edera) è composto dal 50% di torba setacciata, cioè molto fina e senza grumi e l’altra metà di perlite un prodotto inerte di largo consumo presso vivai,e floricoltori come componente dei terricci di radicazione o rinvasi, grazie alla sua principale caratteristica: la leggerezza. la perlite è una roccia vulcanica che sottoposta ad alte temperature si rigonfia e assume un aspetto granulare biancastro. Torba e perlite vanno mescolati bene e con essi riempiti i contenitori alveolari cioè i fogli plastici sagomati (ce ne sono di neri, trasparenti e di cartone) a forma di vasetti che sono facili da spostare. Per poche talee vano bene anche vasetti singoli. Per una sicura riuscita delle talee la superficie di taglio va spruzzate di povere radicante e dopo la posa delle talee il terriccio si deve mantenere umido e in posizione semiombrosa.

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