Pinzolo, paesaggi da fiaba

Pinzolo agli inizi del XIII secolo era Panzollo per diventare pochi anni dopo de Penzolo. Il nome deriva da piceolus, dal latino picea, cioè pino selvatico con sovrapposizione di pinus, pino.

La sua posizione geografica ne ha fatto nel tempo un importante asse di transito che attraverso il Passo Campo Carlo Magno collega le Giudicarie con le Valli del Noce. Presso il valico e l’attuale Madonna di Campiglio nel Mille sorgeva un ospizio per i viandanti, diventato poi monastero e arricchito nel tempo dai principi vescovi di Trento. Nel 1707 venne incorporato nei beni canonici della cattedrale di Trento.

Vanta strutture ricettive turistiche e alberghiere, impianti di risalita, piste da sci e ristoranti. Interessanti sono il monumento al “moleta” (arrotino) simbolo della Val Rendena, la parrocchiale di S. Lorenzo (1765-1771) e la chiesa di S. Vigilio con la cinquecentesca danza macabra di Simone Baschenis.

Lo stemma tradizionale è stato adottato nel 1928 e rappresenta in campo argento una pianta fiorita di rododendro con tre fiori. Gli ornamenti esteriori sono fronde legate da un nodo rosso con cocche e nastri.

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