Ripristinare la siepe

RIPRISTINARE LA SIEPE. Può accadere che alcune piante della siepe di casa fatta di lauro, ligustro, photinia o pittosporo, in questo periodo e per lo più a causa della vecchiaia o del freddo intenso invernale si presentino parzialmente secche o morte. Per ripristinare la continuità della recinzione naturale con funzioni anche ornamentali si può pensare già da ora ad eliminare le piante morte o debilitate e mettere a dimora nuovi arbusti acquistati che dovranno rimpiazzare quelli mancanti. A seconda della dimensione le piante acquistate potranno essere più o meno sviluppate. Sono consigliati i piccoli esemplari che oltre ad essere meno costosi e attecchiscono normalmente più velocemente e danneggiano meno le radici delle piante esistenti vicino alle quali vengono posti a dimora. Dopo l’impianto aggiungere del buon terriccio e della sabbia fine. Per piante singole provvedere anche alla posa di un tutore fatto da un paletto o canna di bambù, da levare una volta formata la nuova vegetazione. Irrigare poi abbondantemente per alcuni giorni.

PANE DI TERRA. Il trapianto di orticole acquistate con pane di terra è particolarmente consigliato ai neofiti per i suoi indubbi vantaggi, primo fra tutti quello di non far soffrire la piantina. Essa infatti viene posta a dimora nell’aiuola con l’apparato radicale perfettamente integro evitando così quasi totalmente la moria e assicurando una ripresa vegetativa rapida.

Molti altri però ne vanno segnalati ai nostri lettori. Eccone i principali: maggiore precocità sia di ripresa che di vegetazione (lo sviluppo precoce è premessa di produzioni maggiori); possibilità di utilizzare varietà selezionate e ibride di alto costo; sviluppo di colture dotte di uniformità e superiori capacità produttive; possibilità di mettere a dimora ortaggi che se a radice nuda sarebbero soggette a maggiore mortalità (tutte le cucurbitacee: melone zucchine, cetrioli, angurie, ecc.); disponibilità di piantine sane e garantite evitando il fenomeno della filatura processo cui vanno più facilmente incontro le piantine provenienti da semenzaio; maggiore sicurezza di successo di tutte le coltivazioni e migliore sfruttamento della fertilità del terreno; possibilità di riuscire a sostituire una coltura non riuscita o danneggiata da avversità (grandine, vento, ecc.).

TAGLIO PROGRAMMATO. Le rose a cespuglio e quelle rampicanti e di più, quelle riparate dai venti freddi di tramontana, hanno già ingrossato le gemme e stanno facendo intravvedere i primi germogli. Nei giardini posti a quote superiori ai 500-600 metri di altitudine sono invece ancora in totale stasi vegetativa. Il germogliamento può essere ritardato da eventuali e non improbabili condizioni climatiche avverse. Queste non vanno pertanto sottoposte a tagli di potatura. Conviene lasciarle stare in attesa dello stabilizzarsi delle temperature e l’arrivo dei primi tepori primaverili. Il consiglio trova giustificazione nel fatto che le piante corrono serio pericolo per gli eventuali ritorni di freddo o gelate tardive.

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