Se la scuola dà colore ai ragazzi dall’orizzonte grigio

Ecco un altro film ‘smarrito’ (era uscito in sala a febbraio 2019) assolutamente da recuperare: “Il professore cambia scuola“, esordio nel lungometraggio di Olivier Ayache-Vidal, regista francese che ha lavorato soprattutto nel settore pubblicitario.

Un film per ragazzi delle superiori, genitori e soprattutto prof che affrontano ora l’ultimo mese di scuola, finalmente in presenza almeno per le classi iniziali e finali del percorso scolastico. Un film di grande attualità e urgenza, nonostante sia stato girato 4 anni fa in Francia, che mette a fuoco il cambiamento avvenuto nella scuola a livello sociale e culturale, e prova ad esplorare il cambiamento pedagogico-didattico richiesto dalla nuova realtà.

Narrativamente lo fa attraverso un prof di lettere del più prestigioso liceo di Parigi che incarna l’antico paradigma basato su ragione-conoscenza-giudizio-paura e umiliazione, le emozioni ammesse per spronare allo studio gli allievi. Ci è cresciuto dentro in quel paradigma, il prof. François Foucault, senza metterlo in discussione perché non gli ha mai dato problema – cognitivamente è un superdotato e non si accorge delle difficoltà altrui, né di quanto impattino sui ragazzi i suoi giudizi impietosi -. All’Henri IV può ancora permettersi di attuarlo perché il liceo vanta una tradizione esclusiva, ma nella scuola di periferia dove ‘cade’ proprio a seguito di un altro dei suoi giudizi calati dall’alto e distaccati da sé, il sistema mostra immediatamente la sua inadeguatezza. E non serve a molto stringere ancora di più il morso della disciplina e dell’intransigenza con lo spauracchio di sospensioni e espulsioni… Il prof. Foucault dovrà imparare a mettersi dalla parte degli svantaggiati e a guardare le cose con gli occhi di chi si sente già escluso in partenza. Capirà che dare della ‘nullità’ a un ragazzo difficile che già vive dentro un orizzonte ‘grigio’ non fa che confermare il suo senso di fallimento e togliergli ogni possibilità di cambiamento. Comincerà allora ad affinare strumenti che favoriscano il risveglio delle potenzialità nascoste. Sperimenterà strategie di inferenza tra le grandi opere del passato e l’attualità per avvicinare i ragazzi alla lettura, promuoverà lo studio cooperativo; utilizzerà il voto come conferma dei risultati raggiunti e incoraggiamento senza però rinunciare al rigore. Si prenderà a cuore le sorti di questi ragazzi ‘dal futuro grigio’ e alla fine dell’anno raccoglierà i frutti dal più difficile tra loro.

Racconto di finzione che cinematograficamente si avvale di un’impostazione ‘dal vero’: la scuola e i ragazzi sono quelli dell’Istituto Maurice Thorez di Stains nella periferia parigina, il regista si è affiancato a loro per due anni allo scopo di comprendere la realtà scolastica e poterla rappresentare. Il risultato è un film che non si serve di ruffianerie e scorciatoie sentimentali, ma arriva al cuore dello spettatore con semplicità, grazie anche alla prova notevole dei due protagonisti, il prof. Foucault (Denis Podalydès della Comédie Française) e l’allievo Seydou (Abdoulaye Diallo).

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