Stare

Stava come la migliore delle mamme con il migliore dei figli. Come creatura dinnanzi al Creatore…

“Stava, presso la croce di Gesù, Maria, sua madre”. (Gv 19,25). Soffrendo di più e facendo più soffrire, ma forse anche consolando con la presenza e consolandosi disperatamente.

Stava. Non a protestare da Pilato, non a convincere i Sommi Sacerdoti, non a sobillare le masse con Zeloti o Sicari, non a chiedere mediazioni dai Farisei, non a iniziare una turbonovena a qualche Patriarca o Profeta, non a radunare le Madri in nero, non a ottenere maledizioni da donne dedite ad un onesto occulto.

Nessun programma alternativo, nessuna strategia di riserva, nessuna ipotesi B. Il puro stare. Ignorata come tutte le donne perché prive di potere politico, culturale, economico, militare. Impotenza verticale verso Dio ma responsabilità orizzontale verso tutti noi. "Ecco tuo figlio".

Neppure energie per intenzioni secondo il cuore di Dio, spazio per ringraziamenti, tempo per la ricerca della sua volontà, capacità di ascolto dei propri desideri.

Nessuna forza per l'offerta del sacrificio o risorsa per una maggior gloria di Dio o venuta del Regno.

Stava come la migliore delle mamme con il migliore dei figli. Come creatura dinnanzi al Creatore, come la più povera presso il Titolare dell'Universo fattosi ancor più povero di Lei, come figlia del Verbo

Incarnato, obbediente, che obbliga alla fedeltà l'Onnipotente, come redenta a Redentore, come misteriosamente scelta tra milioni o tra nessuna, come Corredentrice a Redentore, come senza potere per natura accanto al senza potere per grazia, come Nulla davanti al Tutto, come ignara che coglie nel profondo, come scolara che diventerà massima docente, quasi ogni centimetro fosse lungo un miglio e quell’“accanto” non fosse di qualche metro bensì di compenetrazione.

Senza capire tutto, senza sapere cosa capiva Lui, senza poter chiedere, senza futuro, senza poter impedire i colpi, senza poterli assumere su di sé, senza poter fermare il sangue da Lei trasfuso da una vita, senza poter aiutare un respiro che si spegneva, senza poter suggerire parole.

"Meglio se avessi detto no all'Angelo? Meglio se Betlemme fosse stato il luogo anche della sua strage? Meglio se assieme al Battista? Meglio se alla rupe di Nazareth?". Meditava ancora le parole confrontandole nel suo cuore? Stava! Può contenere più amore e fedeltà che "assalire".

Stava! Quello stare conteneva tutto il futuro della Resurrezione, Ascensione, Pentecoste, Assunzione sua e nostra. Anche se in quel momento la spada, anticipata dal vecchio Simeone, sembrava dare l'ultima trafittura e spezzare il cuore per sempre.

Madre universale, avanguardia dell'umanità, insegnaci a "stare": per noi e per gli altri. Uno stare ancor più grande del, pur onorato e rinnovabile, triplice "resistere". Non il desolato "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" dichiarato sottovoce, sul fruscio delle acque d'Isonzo o nel sibilo spietato della bora carsica, da altri crocifissi: dai "Soldati" del nostro Ungaretti. Insegnaci a stare presso la croce di questa nostra ora nazionale e mondiale, dove è inchiodata l'Umanità, una e trina, fatta di giustizia, misericordia e solidarietà sanguinanti.

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