Per un elefante grande come un gatto la vita nella giungla indiana non è molto facile. “L’elefante più piccolo del mondo” (Orecchio Acerbo) lo capisce subito a proprie spese: dispetti e vessazioni da parte degli altri animali non gli sono risparmiate e così, linearmente pensa che, se lui è un elefante grande come un gatto di casa, una casa è il posto giusto per lui. Non gli resta che trovarne una.
Passando inosservato per via delle sue dimensioni, riesce a salire su una nave cargo e a ritrovarsi, dopo un viaggio nascosto nella stiva, in una città. Solo un bambino si accorge di lui e se lo porta a casa. Peccato che la mamma non lo voglia; un gatto, però, potrebbe fare comodo. Così, il bambino insegna all’elefante a camminare all’indietro, a tenere le orecchie attaccate al corpo, a scodinzolare con la proboscide e gli disegna sul didietro il muso di un gatto. Tutto bene finché una notte un topo… Finale sorprendente e intelligente per una storia originale, ottima per la lettura ad alta voce per i bambini intorno ai 5 anni e dai 7 anni per la lettura autonoma.
Questo libro non è nuovo, anzi. E’ stato scritto e pubblicato in America per la prima volta nel 1959: ha più di 60 anni e non li dimostra, prova della teoria che i libri belli anche se vecchi, vanno bene per i bambini nuovi.
A sostegno di questa affermazione, i punti di forza che rendono questo lavoro attualissimo sono: una storia inconsueta, ironica e divertente, delle illustrazioni, giocate sul verde e l’arancione, accurate e moderne nella loro classicità, interessanti giochi delle figure sugli sfondi e attenta organizzazione delle pagine sia nel rapporto testo/illustrazioni, sia nella composizione delle figure stesse.
Degna di nota anche l’intera copertina, versi compresi, che, se osservata attentamente, da sola potrebbe raccontare tutta la storia.
Un piccolo gioiello opera di due grandi del picture book e del design Milton Glaser, infatti, ha creato il celeberrimo logo “I love New York”, mentre Alvin Tressel è stato pioniere dell’editoria per l’infanzia
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