Su Netflix il rugbysta che guarda lontano

Una scena di “Lo sguardo Oltre” su Netflix dal 10 settembre

È cominciato bene lo “sbarco” sulla piattaforma Netflix di due documentari della casa di produzione trentina Aurora Vision. Da venerdì 10 settembre, il giorno in cui è stato reso disponibile agli abbonati, si è meritato molta attenzione il documentario dal titolo “Lo sguardo Oltre”, realizzato con la regia di Lia e Alberto Beltrami per la produzione di Andrea Morghen.

Il film racconta la storia del rugbysta Ian McKinley con un occhio solo, intrecciata con quella di suo fratello Phil, ripercorrendo una vicenda che ne ricorda molte altre di atleti con disabilità, così come è stato messo in evidenza dalle recenti Paralimpiadi. Una storia di coraggio, determinazione e condivisione. Un lungo cammino, dall’incidente durante la mischia, al ritorno ai campi di rugby ai massimi livelli con la nazionale italiana. Ne hanno parlato con entusiasmo tra gli altri l’Irish Times (“Questo documentario vola via troppo velocemente”), Federugby, il Taipei Post, Deportes, The42, Canal RCN, L’Équipe, France 24… Il documentario “Lo Sguardo Oltre” ha ricevuto anche un importante riconoscimento a Milano lo scorso anno: la Ghirlanda d’onore al “World FICTS Challenge 2020”, Campionato Mondiale della Televisione.

Cresce anche l’attesa di poter vedere su Netflix, da venerdì 17 settembre, il film “Alganesh” di Marianna e Lia Beltrami, con la fotografia di Ferran Paredes Rubio e produzione di Andrea Morghen. Con il sostegno della fondazione Sportfund, il documentario ci porta al confine fra Etiopia ed Eritrea, dopo decenni di guerra, oggi si combatte un’altra battaglia: quella della sopravvivenza per migliaia di profughi in fuga dalla dittatura. Sono 5 i campi profughi degli Eritrei sul confine etiopico, e la vita si svolge con difficoltà enormi per la scarsità di acqua, la mancanza di beni di prima necessità, ma soprattutto la mancanza di futuro.

La storia di Fessaha Alganesh dal 17 settembre sarà disponibile su Netflix

Tre i protagonisti del film: la dottoressa Alganesh Fessah, italiana eritrea, una vita in prima linea per i suoi conterranei in fuga; i profughi in arrivo dal confine: l’Etiopia, terra che accoglie… Per Alganesh, che mantiene relazioni molto strette con l’azione missionaria della Chiesa trentina, il documentario costituisce anche un veicolo di sensibilizzazione e di annuncio quanto mai efficace. “Alganesh”, già distribuito anche in Cina, ha vinto 14 premi nei festival internazionali, tra cui: Miglior documentario a Salerno, Premio del pubblico e miglior fotografia a Zajecar in Serbia, Miglior regia a Montecarlo, anche in Cile, India, Los Angeles. Ha ricevuto un premio importante in Cina al X’an al Silk Road Film Festival, Menzione speciale.

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