“SynchronIce”, dal ghiaccio al grande schermo

“Quando arriviamo al palazzetto del ghiaccio siamo venti ragazze, ognuna con la propria vita, con le proprie emozioni, ma non appena scendiamo in pista e inizia la musica diventiamo un solo corpo in movimento”. Così la squadra trentina di pattinaggio sincronizzato, Ice on Fire, si è presentata nel docufilm “SynchronIce”, nel quale il giovane regista Gianluca Prati ha descritto emozioni, aspettative e preoccupazioni vissute dalla squadra nella stagione sportiva 2022-2023, attraverso il “racconto” di cinque atlete. Emozioni è riuscito a trasmettere anche alle quasi quattrocento persone presenti alla première del film, mercoledì 20 settembre al Nuovo Cinema Astra.

Le cinque ragazze protagoniste, di cui non viene specificato volutamente il nome, diventano ambasciatrici anonime e portavoce non solo del movimento trentino, ma di tutte le atlete che praticano il pattinaggio sincronizzato. Il progetto SynchronIce, infatti, nasce dal desiderio delle giovani pattinatrici di dare maggiore visibilità a questo sport, che ancora non è riconosciuto a livello olimpico. “L’idea del film è nata per caso”, ha raccontato Beatrice Cocciò, una delle atlete e promotrice dell’iniziativa. “L’obiettivo era pubblicizzare il pattinaggio sincronizzato, purtroppo ancora sconosciuto a molti. E speriamo di esserci riuscite”.

Nei due anni di riprese, Prati ha seguito non solo gli allenamenti e le varie competizioni in Italia, Europa e in tutto il mondo, ma anche la vita delle atlete fuori dal palazzetto. Mostrando al pubblico come le venti ragazze, arrivando chi dall’università, chi dal lavoro, chi dal liceo, dovessero ogni volta ritrovare “l’allineamento” per poter scendere sul ghiaccio come un team. In questo, ha molto aiutato la figura di Brunella Valenti, psicologa dello sport, a cui il regista ha affidato il compito di narratrice. Valenti, durante l’anno, lavora a stretto contatto con le ragazze per creare un legame di rispetto e fiducia reciproca e per aiutarle a capire che l’individualità della persona non è un limite, ma una ricchezza per la squadra.

Affascinato dalle immagini di Prati, lo spettatore sale sulle “montagne russe” di una stagione molto movimentata, con prestazioni eccellenti alternate a gare decisamente da dimenticare. “Abbiamo fatto performance ad altissimo livello, per poi sbagliare piccolezze nella gara successiva”, spiega Roberta Giuliani, allenatrice delle Ice on Fire insieme a Gabriele Minchio. “Tutto questo però ha insegnato alla squadra a rialzarsi insieme e ad affrontare le difficoltà, pronte anche a cambiare il programma la sera prima della gara”.

“La première è andata molto bene – conclude Cocciò – ora l’idea è far girare il documentario tra i vari festival, sarebbe bello arrivare anche a quello dello Sport, e poi magari metterlo su qualche piattaforma, in modo da avere una diffusione più capillare. Speriamo che far parlare di questo sport e mostrare la passione che ci mettiamo ci permetta un giorno di farlo arrivare alle Olimpiadi”.

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