“The Crown”, una corona agli Emmy Awards

La serie di punta di Netflix conquista, oltre al titolo di serie drammatica, anche statuette pesanti per gli interpreti

Previsioni rispettate. “The Crown”, prodotto di punta di Netflix, è stata riconosciuta come la miglior serie drammatica dell’anno. A incoronarla sono stati gli Emmy Awards a Los Angeles, nella notte del 20 settembre. Gli Oscar della televisione giunti alla 73a edizione hanno celebrato la quarta stagione del racconto firmato da Peter Morgan, che indaga la corona inglese sotto Elisabetta II nel decennio ’80, stagione segnata dal governo di Margaret Thatcher e dalle tormentate nozze tra il principe Carlo e Diana Spencer.

“The Crown 4” conquista, oltre al titolo di serie drammatica, anche statuette pesanti per gli interpreti: in primis da “Her Majesty” Olivia Colman, una inappuntabile Elisabetta II, seguita da Josh O’Connor (il principe Carlo) come miglior protagonista, nonché Tobias Menzies (Filippo) e Gillian Anderson (la Thatcher) premiati come interpreti non protagonisti. Ancora, “The Crown” ottiene anche due Emmy per la regia di Jessica Hobbs e la scrittura di Peter Morgan. Tutti riconoscimenti assolutamente meritati. Standing ovation!

A uscire vincitore dagli Emmy73, cerimonia tornata nuovamente in presenza dopo le limitazioni Covid-19 nell’edizione 2020, è anche AppleTv+ con “Ted Lasso”. La brillante serie sul mondo del calcio inglese raccontato da una prospettiva americana ha ottenuto i premi per: miglior serie comica, attore protagonista Jason Sudeikis (Ted Lasso), interpreti non protagonisti Hannah Waddingham (Rebecca Welton) e Brett Goldstein (Roy Kent). Applausi, applausi!

Il colosso Hbo conquista statuette principalmente per “Omicidio a Easttown” (“Mare of Easttown”), miniserie poliziesca rivelazione della stagione 2021, che è stata illuminata dalla performance strabiliante di Kate Winslet (Mare Sheehan), che giustamente conquista l’Emmy come miglior interprete nella categoria miniserie (il secondo nella sua carriera). Premi anche ai colleghi Evan Peters, per il ruolo del detective Colin Zabel, e per Julianne Nicholson, in quelli di Lori Ross amica d’infanzia di Mare. “Omicidio a Easttown” era in corsa anche per il titolo di miglior miniserie, andato all’ultimo a “La regina degli scacchi” (“The Queen’s Gambit”), serie Netflix di grande popolarità nell’autunno 2020. A ben vedere, però, “Omicidio a Easttown” meritava più credito, che regia e qualità di scrittura la rendevano nettamente superiore. Tra gli altri riconoscimenti sono da ricordare gli Emmy per Ewan McGregor, attore protagonista nella serie drammatica “Halston” (Netflix), racconto in chiaroscuro dello stilista statunitense Roy Halston ritratto tra successi e deragliamenti nell’America ’70-’80, e per il musical “Hamilton” targato Disney+, creatura di Lin-Manuel Miranda.

Infine, tirando le somme sulle dinamiche delle piattaforme, a conquistare il bottino più ricco agli Emmy Awards edizione 73 è anzitutto Netflix con quota 44 vittorie, seguito da Hbo Max con 19, Disney+ con 14 (che non conquista pieni consensi con le serie “The Mandalorian” o “WandaVision”) e AppleTv+ con 10 riconoscimenti.

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