Tra clericalismo e sinodalità. Indagine ad ampio raggio della diocesi austriaca di Graz-Seckau

Tra le preoccupazioni, il coinvolgimento dei giovani (“sono il futuro della Chiesa”) e l’esclusione di alcuni gruppi

Papa Francesco ci prova di continuo. In più occasioni – ultimamente nell’intervento a Che Tempo Che Fa – contrappone una Chiesa in pellegrinaggio, in cammino, a una realtà segnata dal clericalismo. “Oggi il male più grande della Chiesa”, dice, è la mondanità spirituale. È il peggiore dei mali che può accadere alla Chiesa, peggio ancora dei papi libertini” e “fa crescere una cosa brutta: il clericalismo che è una perversione della Chiesa che genera la rigidità”. Rigidità e abusi. “Putredine”. Il rimedio a questa perversione, che porta l’istituzione Chiesa all’implosione, è il “camminare insieme” che oggi si cerca di realizzare nei vari percorsi sinodali in atto.

La diocesi di Graz-Seckau è stata la prima in Austria a invitare a un incontro nell’ambito del sinodo. Contemporaneamente, in questi mesi, è stata condotta un’indagine che ha già coinvolto più di 1.790 stiriani. I primi risultati sono stati presentati nei giorni scorsi dal vescovo diocesano Wilhelm Krautwaschl.

1.532 persone hanno partecipato all’indagine tramite questionari online, 235 in 21 incontri di gruppo e 22 sono state interviste per approfondire le tematiche in senso qualitativo. Tra loro anche donne e uomini critici nei confronti della Chiesa, alcuni che hanno chiuso anche formalmente con l’appartenenza ecclesiale, giovani e giovani adulti, persone in situazioni socialmente difficili, genitori di figli giovani e persone con background migratorio. C’è stato inoltre uno scambio con la diocesi partner Bom Jesus da Lapa in Brasile.

Otto aree tematiche sono emerse nell’indagine: la sinodalità (il cammino comune e con pari dignità di tutti i battezzati), il compito della Chiesa oggi, il ruolo della Chiesa di fronte alle tendenze divisive nella Chiesa stessa e nella società, le forme di partecipazione, l’esclusione di alcuni gruppi, il ruolo delle donne, il ruolo dei sacerdoti e le forme contemporanee di celebrazione.
Un tema particolarmente sentito è quello della Chiesa che esclude. Si percepisce la Chiesa come escludente nei confronti delle persone LGBT, delle donne in generale, ma anche di bambini, adolescenti e giovani e delle persone risposate.

Questioni di rilievo in cui la Chiesa è chiamata a essere presente sono la parità tra uomini e donne, la soluzione dei problemi ecologici, la giustizia sociale e le relative sfide economiche e psicologiche, così come il fenomeno migratorio.

I partecipanti all’indagine concordano nel dire che il futuro della Chiesa è con i giovani. Tuttavia manca una ricetta per coinvolgerli in impegni a lungo termine. Molti intervistati insistono sul fatto che non ci sia modo di evitare l’ordinazione delle donne. Senza il riconoscimento alla donna di un ruolo paritario “la Chiesa si estinguerà”, è stato detto, pur riconoscendo che già ora, al di là del ministero ordinato, molte diocesi offrono alle donne ruoli di grande responsabilità.

Se si chiede di dare un voto rispetto alla capacità di cogliere e aprirsi alle preoccupazioni, domande e problemi delle persone, la Chiesa ne esce malconcia con un misero 4,3 (su dieci). Apprezzato invece il lavoro della Caritas e delle istituzioni educative ecclesiali.

Il vescovo Wilhelm: “Ascoltare tutto ciò è estremamente importante per poter sviluppare la nostra visione del futuro. Mi incoraggia il fatto che, comunque sia, il nostro compito fondamentale è portare una Buona Notizia (il Vangelo) alle persone. Un servizio così importante per tutti”.

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