Nello stemma di Vignola Falesina, tra masi sparsi e miniere

Lo stemma di Vignola Falesina

Il toponimo Vignola deriva da Veneola cioè “piccola vigna”. Quanto a Falesina è citato nel 1215 con cum tota Falesina e qualche anno dopo con hominum Falesinae. Non sembra identificarsi con Filicina, da filex, “felce” (dizione proposta in passato).

Case sparse sulla montagna formano un nucleo principale allungato su un’antica mulattiera sulle pendici della cima d’Orno all’imbocco della Valle del Fersina. Sono frutto di una colonizzazione medioevale di contadini tedeschi e minatori immigrati. In zona fin dall’XI secolo erano attive importanti miniere d’argento e forni fusori. La coltivazione di blenda e fluorite è cessata solo pochi decenni fa.

Vignola fu compresa insieme a Falesina, Ischia e Tenna in una Gastaldia del Castello di Pergine. A Vignola c’è la chiesa di S. Bartolomeo e a Falesina quella di S. Antonio da Padova. Fino al 1928 Vignola e Falesina sono frazioni del comune di Pergine. Nel 1955 diventano un unico Comune autonomo.

Lo stemma adottato il 26 febbraio 1986 riassume in sé la storia socio-economica e l’ambiente locale. Scudo gotico, in oro a sinistra e verde a destra. Al centro presenta una ruota dentata nera con all’interno tre pini in sottobosco sullo sfondo di un monte. Sotto la ruota, nel mezzo, una lampada da minatore con fiamma. Non sono previsti ornamenti esteriori.

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