Umiltà nella quotidianità: dopo gli auguri in Curia

I locali del centro addobbati per le feste. Foto © Gianni Zotta

Niente regali e niente brindisi, quest’anno, anche all’incontro prenatalisio dei dipendenti di Curia. Come in tante altre realtà di lavoro, gli auguri sono stati scambiati stamattina con un videocollegamento a distanza che è risultato comunque intenso, grazie alla confidenza con cui l’Arcivescovo ha commentato la peculiarità di questo Natale 2020.  Nella sua riflessione a braccio, già sintetizzata nel sito qui , l’Arcivescovo ci ha invitato a “riconoscere l’enorme sofferenza diffusa”, ma anche a fare riferimento a Gesù di Nazareth e alla sua mangiatoia; ci ha regalato l’invito a vivere il Natale con un atteggiamento di umiltà evangelica,” non la dote di chi sembra rinunciare ma la virtù alta di chi prova a fidarsi degli altri, osservandoli con stima”.  Secondo don Lauro questo è il miglior antidoto alla tempesta che viviamo: “non chiederti chi è il tuo prossimo, ma fatti tu prossimo. E’ l’ora dei primi passi di chi dice io voglio essere prossimo degli altri”.

E la riflessione si è fatta per ciascuno di noi ancora più  intrigante, quando ha posto in rilievo altre due condizioni: il ritrovare fiducia in se stessi e il valorizzare la quotidianità come  il luogo in cui  vivere con concretezza e fedeltà, senza farci prendere dall’angoscia. “Non rimandare, non dire domani, domani”, ci aveva raccomandato papa Francesco domenica dalla finestra dell’Angelus e, in piena sintonia, l’Arcivescovo invitava stamattina ad “abitare l’ora presente”, Queste giornate natalizie strane – in cui con lo stop a uscite e  trasferte rimangono più ore per dedicarsi alle relazioni nel tempo presente “liberato” –  potrebbero forse rivelarsi più ricche e indimenticabili di altri Natali.

E’ anche questo un augurio che ci possiamo rivolgere alla vigilia. Buon Natale!

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