Una preghiera laica per l’Italia

I giorni di silenzio che precedono la Pasqua potrebbero aiutarci a tornare in noi stessi. Ecco la prima conversione per la quale non serve alcuna fede religiosa

Hanno ragione quanti affermano che è il silenzio la più potente forma di comunicazione. Così si è percepito davanti al quel minuto di pausa, riflessivo e orante, richiesto dal nuovo vescovo di Roma appena eletto: un invito inusitato di fronte a una Piazza San Pietro completamente gremita ed entusiasta. Eppure la folla ha taciuto. In quel minuto sembrava che tutto il mondo volesse fare silenzio, cercare la concentrazione, pregare come la propria fede o la propria coscienza ispiravano in quella circostanza. Qualche giorno dopo Papa Francesco richiamava ancora il silenzio, proprio ad una udienza con i giornalisti e gli operatori dell'informazione, categorie che si nutrono e si abbuffano di parole. Il silenzio viene inteso come uno spazio libero di incontro tra le diverse sensibilità, come una pausa nella frenesia dei discorsi; silenzio da cui scaturisce la preghiera. E ancora, durante il saluto alle autorità religiose, il pontefice ha ricordato quanti sinceramente, pur senza professare una fede, ricercano la verità: questi uomini non sono diversi da noi, ma insieme a loro possiamo costruire un mondo più giusto. Commovente è stata infine la preghiera silenziosa dei "due" pontefici a Castel Gandolfo: siamo fratelli, siamo uniti, siamo umili di fronte a Dio.

Può sembrare una cosa ovvia dire che nel silenzio ci si capisce. Non ci sono più lingue diverse e tutti sono protesi verso un altrove da cui attendersi qualcosa. Senza silenzio non ci potrebbe essere spazio per l'ascolto. E senza l'ascolto Dio non potrebbe rivelarsi a noi. Tutto questo è preghiera. Per pregare è necessaria una preparazione anche esteriore, che cioè riguarda l'atteggiamento concreto di raccoglimento, di cessazione delle attività ma pure di ricerca di un luogo appartato per concentrarsi. La preghiera ha bisogno del silenzio. A volte si considera la preghiera semplicemente come una parola rivolta a Dio affinché conceda qualche grazia: certamente esiste questa componente, ma non può esaurire il caleidoscopio di significati che apre qualsiasi atteggiamento contemplativo.

La preghiera nasce in un contesto religioso, ma è connaturata all'uomo. Chi è laico, agnostico, materialista rifugge anche di parlare di certi argomenti: sono superstizioni, retaggi del passato. E così si perde una componente fondamentale della vita. Invece esiste anche una preghiera laica. E il mondo di oggi ne avrebbe estremo bisogno. L'Italia di oggi ne avrebbe urgentissimo bisogno. Prevalgono le urla, le corse all’in giù, le manifestazioni fatte di slogan ormai inutili. La Chiesa è riuscita a fermarsi almeno per qualche giorno, la politica no.

C'è un Parlamento nuovo, con molti giovani (alcuni veramente arroganti e stolti), con molta buona volontà; ma credo che sia anche quello meno cattolico da sempre. Intendiamoci, con questo aggettivo non voglio dire confessionale oppure appartenente a una determinata religione. Cattolico come proteso all'universalità, come attento al bene comune. Magari capace di una riflessione che vada oltre il "tutti a casa" o il "tagliatevi lo stipendio". Capace di apertura al mondo. Forse noi tutti che sentiamo legame profondo con la Chiesa, dobbiamo fare un esame di coscienza. Non abbiamo saputo parlare alla gente normale e soprattutto non siamo stati in grado di ascoltare. E così ritorniamo al silenzio.

Facciamo una preghiera laica per l'Italia. Sembra che non ci sia più neppure il tempo per pensare. La situazione è così contorta che i politici non riescono a percepire quello che sentono in profondità i cittadini; e quei politici che credono di rappresentare le loro esigenze, senza diventare essi stessi casta, parlano di rivoluzione, battaglia antisistema, democrazia solo su Internet. Intanto il paese affonda perché manca pure la percezione dell'affondamento.

La preghiera di tutti anche dei non credenti potrebbe invocare una pausa di riflessione. Tutto però gira troppo velocemente e ci travolge. I giorni di silenzio che precedono la Pasqua potrebbero aiutarci a tornare in noi stessi. Ecco la prima conversione per la quale non serve alcuna fede religiosa. È sufficiente la consapevolezza di essere uomini fallibili e precari, parte di una comunità altresì fragile e frammentata. Il credente sa di avere assoluto bisogno dell'aiuto di Dio, ognuno comprende di aver bisogno degli altri. L'individualismo chiude invece le porte a qualsiasi capacità di ascolto.

Convertirsi all'interiorità, all'attenzione verso l'altro, a una società dell'incontro reciproco. Nulla forse capirebbe in questa crisi economica e politica. Non attendiamo nessun miracolo da questa preghiera laica. Speriamo solo che la Pasqua (e la primavera) portino con sé un briciolo di riflessione e di contemplazione. La natura risorge in silenzio… riuscirà a farlo anche in Italia?

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina