Zamora, portiere improbabile tra lavoro e amore

Zamora fu il numero uno della nazionale spagnola degli anni Trenta, considerato il portiere per antonomasia, ma è soprattutto il titolo di un piccolo gioiello cinematografico che sarà presto su piattaforma e dal 18 luglio in dvd: un film che, senza clamore, infonde molta speranza al cinema italiano.

Tratta dall’omonimo romanzo del compianto cronista sportivo, Roberto Perrone, la storia è ambientata negli indimenticabili anni ‘60: Walter (Alberto Paradossi), vive ancora con i genitori ed è il contabile di una piccola fabbrica di Vigevano. Trasferitosi per necessità a Milano, dove già vive la sorella (Anna Ferraioli Ravel) inizia a lavorare con successo in un’azienda molto florida, il cui proprietario (Giovanni Storti), però, è un interista sfegatato e pretende che i suoi dipendenti disputino ogni anno una partita scapoli-ammogliati.

Walter, nonostante sia totalmente estraneo al pallone, per assecondare i voleri del capo, dice di essere un portiere, salvo poi dover cercare un allenatore (Neri Marcorè) che gli consenta di salvare la faccia coi colleghi, il posto di lavoro e, se possibile, anche l’amore della segretaria Ada (Marta Gastini).

Per la prima volta alla regia, Marcorè mette intelligenza e talento al servizio di una narrazione semplice, genuina e che forse proprio per questo s’imprime nello spettatore facendogli amare un mondo ricostruito alla perfezione e soprattutto ogni singolo personaggio. Alla sceneggiatura, oltre a Marcorè, vi sono Maurizio Careddu (Mare Fuori), il documentarista Alessandro Rossi e Paola Mammini coautrice di Perfetti sconosciuti, il film italiano con il record di adattamenti stranieri.

Sullo schermo attori giovani e bravissimi: Paradossi, lucchese, classe 1989, all’esordio come protagonista; Marta Gastini di Alessandria, del 1982, e Anna Ferraioli Ravel, salernitana del 1988. Marcorè, da maieuta illuminato, ha dichiarato: “È una battaglia che combatto da sempre quella di non impigrirsi nello scegliere sempre le stesse persone, lavoro da anni e la porto avanti a nome di tanti attori e attrici con grande talento che sembrano però non avere mai spazio nemmeno per i ruoli più adatti a loro”. Ai primi si aggiungono le felici presenze di Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Antonio Catania, Alessandro Besentini (Ale & Franz), nonché un cameo di Marino Bartoletti. Un applauso meritano anche la fotografia, le scenografie e le musiche di Pacifico. Davvero un ottimo lavoro di squadra che ha permesso al lungimirante produttore della Pepito, Agostino Saccà, di resistere un mese nelle sale, incassando circa 648 mila euro, a dimostrazione che il bello può essere anche redditizio.

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