"Le canzoni possono avere un impatto sulla politica. Lo stato d’animo è così importante quando fai parte di un movimento. Le persone devono essere felici, avere spirito ed energia.” Cosa succede quando musica, arte e ambientalismo si mescolano insieme? Probabilmente si creerà una persona unica come Alex Carlin.
Dopo l’Accordo sul Clima di Parigi del 2015, nonostante l’allarme espresso già allora dalla comunità scientifica, nulla di sostanziale è stato fatto per un cambio di rotta che prevedesse una drastica diminuzione delle emissioni di gas serra.
Lo sapevate che per produrre una maglietta di cotone ci vogliono gli stessi litri d'acqua che noi beviamo in due anni e mezzo? Anche chi non segue l'ultima moda è vittima di questo settore.
Una delle sfide principali della Conferenza ONU sul Clima (COP24) consiste nell’implementazione delle norme contenute all’interno dell’Accordo di Parigi. A causa delle politiche attualmente portate avanti dai singoli stati, i limiti fissati dall’Accordo sono ben lontani dall’essere rispettati.
Le donne indigene del Brasile, del Cile, del Perù, Ecuador o Colombia, così come quelle che combattono in Africa o Asia, non stanno lottando semplicemente per le loro terre o il loro popolo. Combattono contro la violenza di genere.
Il Global Compact on Migration (GCM) (https://www.ohchr.org/EN/Issues/Migration/Pages/GlobalCompactforMigration.aspx) dedica un intero paragrafo a “disastri naturali, effetti avversi dei cambiamenti climatici e degrado ambientale” come fattori scatenanti e strutturali che inducono le persone a lasciare i propri paesi di origine.
La decrescita propone cioè un sistema di produzione che sia sostenibile, che non ha come obiettivo la riduzione del PIL, ma il cambiamento della nostra mentalità capitalistica, basata sulla sovrapproduzione e sul consumo eccessivo, sia a livello locale che globale.
Alla Conferenza ONU sul Clima (COP24) a Katowice si discute sulle politiche da promuovere per affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico che è ormai accettato da tutta - o quasi - la comunità internazionale. Ma tutti i cambiamenti vanno costruiti su un presupposto fondamentale: la volontà di realizzarli.
La Polonia ha un mix energetico basato in gran parte sul carbone: si vive letteralmente sopra ad una gigantesca miniera. Si estrae, si vende, si consuma questa materia prima incessantemente. E questo fa del paese, ovviamente, un grande emettitore di gas ad effetto serra. Ci sono molte perplessità sulla sua scelta come ospite. E negli ultimi anni ha messo in atto una serie di repressioni contro i movimenti sociali e i diritti umani.
Come proteggersi dalle conseguenze dei cambiamenti climatici quando è il nostro governo che non ci tutela? Secondo molti giovani presenti a COP24 la nuova frontiera dell’attivismo è il contenzioso climatico. Solo quando si combatte in prima persona per i propri diritti umani, attraverso la promozione di azioni legali e riforme legislative, si possono rendere gli stati responsabili delle loro azioni.
Lo stato di salute del clima e gli scenari attesi che sono stati descritti dai vari rapporti scientifici presentati alla Conferenza ONU sul Clima (COP24) stanno creando senza dubbio un certo scompiglio e, forse, persino imbarazzo tra i delegati presenti a Katowice in rappresentanza dei Paesi di tutto il mondo.
Cala il sipario sulla prima settimana di negoziati alla Conferenza ONU sul Clima di Katowice (COP24). La palla passa ora alle delegazioni ministeriali, che avranno il compito di risolvere le questioni più spinose.