Lo sapevate che per produrre una maglietta di cotone ci vogliono gli stessi litri d'acqua che noi beviamo in due anni e mezzo? Anche chi non segue l'ultima moda è vittima di questo settore.
Una delle sfide principali della Conferenza ONU sul Clima (COP24) consiste nell’implementazione delle norme contenute all’interno dell’Accordo di Parigi. A causa delle politiche attualmente portate avanti dai singoli stati, i limiti fissati dall’Accordo sono ben lontani dall’essere rispettati.
Le donne indigene del Brasile, del Cile, del Perù, Ecuador o Colombia, così come quelle che combattono in Africa o Asia, non stanno lottando semplicemente per le loro terre o il loro popolo. Combattono contro la violenza di genere.
Il Global Compact on Migration (GCM) (https://www.ohchr.org/EN/Issues/Migration/Pages/GlobalCompactforMigration.aspx) dedica un intero paragrafo a “disastri naturali, effetti avversi dei cambiamenti climatici e degrado ambientale” come fattori scatenanti e strutturali che inducono le persone a lasciare i propri paesi di origine.
Cala il sipario sulla prima settimana di negoziati alla Conferenza ONU sul Clima di Katowice (COP24). La palla passa ora alle delegazioni ministeriali, che avranno il compito di risolvere le questioni più spinose.
La decrescita propone cioè un sistema di produzione che sia sostenibile, che non ha come obiettivo la riduzione del PIL, ma il cambiamento della nostra mentalità capitalistica, basata sulla sovrapproduzione e sul consumo eccessivo, sia a livello locale che globale.
Alla Conferenza ONU sul Clima (COP24) a Katowice si discute sulle politiche da promuovere per affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico che è ormai accettato da tutta - o quasi - la comunità internazionale. Ma tutti i cambiamenti vanno costruiti su un presupposto fondamentale: la volontà di realizzarli.
La Polonia ha un mix energetico basato in gran parte sul carbone: si vive letteralmente sopra ad una gigantesca miniera. Si estrae, si vende, si consuma questa materia prima incessantemente. E questo fa del paese, ovviamente, un grande emettitore di gas ad effetto serra. Ci sono molte perplessità sulla sua scelta come ospite. E negli ultimi anni ha messo in atto una serie di repressioni contro i movimenti sociali e i diritti umani.
Come proteggersi dalle conseguenze dei cambiamenti climatici quando è il nostro governo che non ci tutela? Secondo molti giovani presenti a COP24 la nuova frontiera dell’attivismo è il contenzioso climatico. Solo quando si combatte in prima persona per i propri diritti umani, attraverso la promozione di azioni legali e riforme legislative, si possono rendere gli stati responsabili delle loro azioni.
Lo stato di salute del clima e gli scenari attesi che sono stati descritti dai vari rapporti scientifici presentati alla Conferenza ONU sul Clima (COP24) stanno creando senza dubbio un certo scompiglio e, forse, persino imbarazzo tra i delegati presenti a Katowice in rappresentanza dei Paesi di tutto il mondo.
Oggi, 10 dicembre, viene celebrato il settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Alla Conferenza ONU sul Clima (COP24) abbiamo voluto approfondire la tematica e capirne il nesso con i cambiamenti climatici.
Alla COP24 abbiamo incontrato Greta Thunberg, una studentessa svedese di 14 anni che ogni venerdì protesta da sola davanti al Parlamento a Stoccolma.