Il soccorritore alpino Gianpietro De Zolt

Gianpietro, in che cosa consiste il suo lavoro?Quello del soccorritore è un lavoro di squadra che si svolge in montagna, in ambienti sotterranei (sezione speleologica) o sui torrenti. Questa professione non è un “invenzione” moderna, ma è inscritta nella nostra cultura. Dalla “notte dei tempi” se qualcuno in montagna ha bisogno di qualcosa, i compaesani sono i primi a scendere in campo ad aiutarlo. Se nei secoli scorsi però era una pura questione di sopravvivenza, ora il soccorso alpino è un servizio istituzionalizzato e sempre reperibile.Quali sono le zone in cui si verificano più spesso incidenti?

Sono le zone che richiamano più turisti, cioè Fiemme-Fassa, dove opero, Primiero e Alta Rendena. Mediamente, gli interventi nella zona di Fiemme e Fassa – gestiti da un centinaio di soccorritori – sono un terzo di quelli provinciali. Nel 2007, nelle 35 stazioni del soccorso provinciale di tutto il Trentino, si sono registrati 770 interventi: 297 sono stati realizzati con l’ausilio dell’elicottero, 147 dei quali in stato di “emergenza sanitaria”. Secondo i nostri dati, il totale delle persone soccorse rispetto al 2006 è aumentato del 9% con 883 casi: il 78% riguardanti italiani e il 22% stranieri.

 

Avete sempre molto lavoro?

Per un soccorritore il lavoro è sempre differente; giornate prive di chiamate si alternano a giornate campali, soprattutto quando le condizioni climatiche variano velocemente e sorprendono sulla montagna escursionisti o alpinisti.

Quando ricorrete agli elicotteri?

L’elicottero è uno strumento di fondamentale importanza; la sua funzione è tuttavia limitata poiché legata alla condizioni meteorologiche. Di notte o in condizioni di maltempo infatti, pur essendo una macchina sofisticata, non può volare. Nei prossimi mesi un elicottero volerà anche di notte; non potrà però effettuare interventi, ma solo fare spola da ospedale a ospedale.

Come vengono addestrati i cani da soccorso?

I cani vengono addestrati fin da piccoli dal proprio conduttore attraverso il gioco. Esistono scuole apposite per preparare questi animali al soccorso sia invernale (valanghe) che estivo. Se una volta i cani soccorritori erano quasi tutti pastori tedeschi, oggi vengono addestrati anche Border collie e Golden retriver; inoltre se il cane dimostra particolare abilità ed intelligenza, anche se non di razza, può essere utilizzato nei soccorsi.

Durante gli interventi indossa un abbigliamento specifico?

Certamente, anche se sempre differenziato dal tipo di soccorso. In generale però non deve mai mancare l’attrezzatura che solitamente contraddistingue l’alpinista: imbrago, corda, casco, moschettoni. Naturalmente portiamo appresso anche barelle e altri presidi medico-sanitari e uno zainetto medico. L’abbigliamento deve essere allo stesso tempo leggero e comodo, ma anche pesante per le fredde notti invernali.

I giovani e le donne possono diventare soccorritori?

L’età media per entrare in una squadra di soccorso alpino è di 18 anni. Da un anno tuttavia è attivo un servizio provinciale di formazione per avvicinare i ragazzi al soccorso alpino, rivolto ai giovani dai 14 anni in su. A Tione è presente un vero e proprio Liceo della montagna. Negli ultimi anni, molte donne si sono inserite nel corpo di soccorso anche con incarichi di grande responsabilità, come capostazione o vice capostazione.

C’è un intervento che ricorda particolarmente?

Gli interventi che danno maggiore soddisfazione sono quelli nei quali ci si rende conto che senza in nostro aiuto la persona soccorsa non avrebbe più fatto ritorno a casa. In dicembre, abbiamo salvato un ragazzo che si era perso ed era stato sorpreso dal buio, durante un’escursione sul Lagorai. Un salvataggio che ha fatto il giro del mondo alpinistico e ci ha permesso di farci conoscere anche in televisione, creando interesse attorno al soccorso alpino.

Il suo lavoro deve fare spesso i conti con la morte?

I casi sono fortunatamente isolati, tuttavia anche dopo 40 anni di servizio non si fa mai l’abitudine a trovare una persona morta, soprattutto in un ambiente suggestivo ed affascinante come quello della montagna. Una delle vittime degli incidenti è anche il soccorritore; certamente i compagni, l’età e talvolta, nei casi più gravi il ricorso a psicologi, possono aiutare a superare i momenti difficili.

Ha un segreto particolare per svolgere al meglio il suo lavoro?

Penso che ne esista uno solo, quello ciò di voler bene al proprio lavoro. Naturalmente questo non è un “segreto” esclusivo, ma vale per tutte le attività. Impegnandosi a fondo con grande volontà, aiutati da un pizzico di fortuna, tutti possono sentirsi realizzati nella propria attività.

intervista della classe 5^A della scuola elementare Clarina

(a cura di Marco Mazzurana)


Nome: Gianpietro

Cognome: De Zolt

Attività: è responsabile della zona Fiemme e Fassa per il Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino

Segni particolari: vicepresidente del soccorso alpino trentino

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