Campitello dice addio alla “sua” missionaria Betty Sommavilla

La missionaria fassana in Congo, dove da tutti era conosciuta come Mama Betty

Anche la pattuglia dei fassani, religiosi e laici missionari, testimoni della cristianità della nostra terra in prima linea sul fronte delle grandi povertà, si sta assottigliando. È di pochi giorni fa la triste notizia che il cuore grande di Betty Sommavilla, missionaria laica a Kimbondo (Congo) si è fermato. Betty, 78 anni di Campitello, era la quarta di sette fra fratelli e sorelle. Fra essi anche fr. Erminio, classe 1936, che ha donato 28 anni della sua vita alla missione in India e Bangladesh, oggi ospite in una comunità a Pescara per motivi di salute.

Mama Betty per oltre un decennio si è spesa senza limiti, per i piccoli ospiti della pediatria di Kimbondo. Con p. Hugo Rios, clarettiano e medico pediatra cileno, ha costituito la pietra angolare del centro socio-sanitario cui accedono, dalla periferia di Kinshasa, soprattutto i bambini abbandonati. Centinaia e centinaia sono passati di là ed hanno ricevuto e ricevono affetto, alimentazione, cure e formazione cristiana: e per tutti, anche per i collaboratori, era semplicemente “Mama Betty”.

Arriva a Kimbondo dopo la prima esperienza missionaria in Camerun ove ha conosciuto p.Hugo. Il peso degli anni e degli acciacchi già si fanno sentire. Ma nonostante la salute precaria, di fronte all’immensa sofferenza di tanti bambini si rimbocca le maniche senza mai risparmiarsi: la sua giornata comincia alla 4 del mattino e finisce a sera tardi con la recita del rosario nella sua piccola cameretta.

Nel 2006 la missionaria, grazie ai gruppi missionari Freinademetz e Mato Grosso, rompe il silenzio per lanciare un sos alla sua terra che sa ricca di fede ma anche di risorse economiche. “Non abbiamo più riso per i bambini”. Fassa si mobilità e in poco tempo invia una somma importante. Betty aveva nel cuore gli alpini fassani ed ha cullato a lungo, ma invano, il sogno che qualche penna nera andasse a Kimbondo. “Sono il simbolo più bello della mia terra – diceva – dell’intraprendenza e della solidarietà”. Poi i pressanti inviti estesi ai gruppi missionari. “Qualcuno deve venire a vedere la nostra situazione e come abbiamo impegnato i vostri soldi”. Fino all’ultimo incontro a Pera, nel settembre 2009, con gli ultimi suoi messaggi, anche allora forse non sufficientemente recepiti, seppure accompagnati da un video testimone delle grandi difficoltà a Kimbondo.

mama betty campitello fassa
Betty Sommavilla, missionaria laica a Kimbondo (Congo)

“Devo andare là dove il Signore mi ha chiamato – diceva – là dov’è la mia famiglia, dove sono i miei bambini che mi aspettano a braccia aperte. Bambini che un po’ sono anche vostri”. Bambini che dal giorno della morte avvenuta il 19 giugno fino al solenne funerale di martedì 22 hanno incessantemente pregato, cantato e danzato in lacrime, come vuole la loro tradizione. Lo ha comunicato un p.Hugo molto provato, al rientro dalla cerimonia. Ha ricordato ancora come Betty consumata dalla malattia e dalla fatica sia morta come una santa ascoltando la lettura della passione di Cristo. Betty è stata sepolta a Kinshasa, nel cimitero dove riposano i sacerdoti, i missionari religiosi e laici defunti.

Sempre martedì la solenne Messa di suffragio nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo a Campitello che non è riuscita a contenere tutti i convenuti da ogni parte della valle. Sull’altare i sacerdoti di Fassa, p. Gianfranco Bettega e il direttore del Centro missionario diocesano. Vibrante l’omelia del decano don Giuseppe Da Prà cche ha condiviso anzitutto il dolore delle sorelle e fratelli, della comunità di Campitello e della valle intera con in suoi gruppi missionari.

Mama Betty con mons. Bressan in Congo

“È il dolore di p.Hugo e dei 600 bambini che da Mama Betty si sono sentiti amati e riscattati. Da lei hanno ricevuto il bene più prezioso: il recupero della dignità e un lume di speranza”. Ma la morte di Betty deve essere soprattutto motivo di riflessione seria e responsabile. “La sua eredità – ha aggiunto – non può andare dispersa, quei bambini sono un po’ anche vostri. Quante volte Betty lo ha ripetuto”. Ma qual è stato il suo segreto? “È stato il Crocifisso la sorgente e la forza per una vita di dedizione instancabile e disinteressata ai poveri. Lei – concludeva don Giuseppe – è stata una donna di fede ed è morta nella fede”.

In chiusura di celebrazione anche il neo sindaco Renzo Valentini ha voluto esprimere ai familiari la condivisione del lutto, rammaricandosi di non averla conosciuta . “Il dono di Betty, ha sottolineato, è motivo di orgoglio per Campitello e per la valle tutta ma nello stesso tempo motivo di impegno perché il suo sublime messaggio di fede e carità non svanisca nella frenesia dei nostri giorni. Ma si concretizzi in una continua cordata di solidarietà con p.Hugo Rios e i suoi 600 bambini, orfani un’altra volta”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina