“Un’idea integrata di sviluppo”

Approvato all’unanimità il bilancio della Sma, Società mobilità alternativa Moena – Soraga – Carezza riunita per la sua assemblea ordinaria annuale. Ma più che i numeri, i soci attendevano notizie certe sul futuro del progetto di collegamento funiviario, fermo da due anni su un binario morto. Imprenditori, commercianti ma anche semplici cittadini hanno la volontà di realizzare un impianto che partendo dai rispettivi paesi, Moena e Soraga, raggiunga il passo Carezza.

Un collegamento che, secondo gli ideatori, ridurrebbe il traffico sulla strada che porta al passo più frequentato della Valle di Fassa e farebbe crescere la presenza turistica sia in estate che in inverno. La Giunta provinciale invece non riconosce questa funzione e non ha dato il beneplacito per il suo inserimento nel piano stralcio delle mobilità di Fassa.

Dopo lunga attesa il consiglio di amministrazione ha rotto gli indugi e ha comunicato, proprio nel corso dell’assemblea di martedì sera, il ricorso al Tribunale regionale di giustizia amministrativa. Con questa iniziativa il vertice della società contesta alla Giunta provinciale due infrazioni alla legge. La prima è quella di aver dichiarato l’inammissibilità della richiesta della Sma motivando che il progetto non rientra tra quelli inseriti nella programmazione urbanistica.

La seconda inosservanza riguarda la lentezza con cui la Giunta provinciale risponde a una corretta formulazione della richiesta classificata come “progetto di finanza”, ossia un gruppo di privati che interviene con proprie risorse per realizzare un’opera di rilevanza pubblica. “È un fatto grave che i vertici della Provincia non prendano in considerazione la nostra proposta, ma noi non ci fermeremo fino a quando la Giunta esprimerà un chiaro e motivato parere”, ha detto Marco Pederiva, presidente della società.

Nel corso dell’assemblea i vari relatori che si sono succeduti sul palco hanno cercato di spiegare i motivi che potrebbero frenare l’approvazione del collegamento. Francesco Cocciardi, albergatore di Moena e vicepresidente della Sma ha addebitato la causa a gruppi, ma senza indicarne il nome, che preferiscono mantenere l’attuale posizione di debolezza turistica della bassa valle a proprio vantaggio. L’accusa, che ricorrentemente circola, è quella riferita a gruppi di impiantisti che avrebbero tutto l’interesse a non creare un carosello sciistico attorno al Latemar. Questa opera, secondo Cocciardi, andrebbe a incidere sui passaggi del più quotato Sellaronda.

È stato finalmente chiarito dai vari rappresentanti societari e dallo stesso sindaco di Moena, Riccardo Franceschetti, che non esiste alcun antagonismo tra l’ipotesi di collegamento Moena – Carezza e quello che andrebbe collegare, sempre l’abitato di Moena con l’Alpe Lusia, proposta che invece ha avuto un avvallo provinciale. “Il nostro obiettivo è quello di puntare su un’idea integrata di sviluppo dove i due impianti non si ostacolano ma insieme favoriscono il rilancio del turismo”, ha confermato il sindaco.

Cristina Donei, procuradora del Comun general ha ripercorso le tappe che hanno portato all’esclusione del progetto della Sma dal piano di mobilità della valle, ma ha confermato che tale ipotesi potrebbe essere considerata all’interno di un piano specifico dedicato agli impianti della Valle di Fassa. Il prossimo anno sarà decisivo per la ripartenza del progetto o per il suo abbandono, considerata anche la concomitanza del rinnovo dei consigli comunali.

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