Tutte le piante della Bibbia

Offrono informazioni sulla vita e la cultura del popolo ebraico

Il frutto dell'albero nel giardino dell'Eden, il sicomoro su cui era salito Zaccheo, la zizzania che cresceva insieme al grano, i fichi e i melograni invocati da Israele nel deserto, l'orzo che Ruth andava a spigolare fino alla metafora della vite e i tralci … Quante sono le piante nominate nella Bibbia? Se ne contano 110 e di queste il fico è il più citato in assoluto: 64 volte in ben 25 libri.

Una ricerca che non è solo frutto di curiosità, ma che possiede in sé una valenza scientifico-culturale. Le piante fanno parte integrante della vita di un popolo e il loro studio può contribuire alla ricostruzione della biodiversità del passato, degli antichi areali e degli ecosistemi in seguito alterati dall'uomo. E questo in un'area culla di antiche civiltà, se pensiamo che a Gerico nel 9.000 a.C. si ha la prima traccia di coltivazione di cereali.

Negli orti botanici delle università degli Stati Uniti è frequente dedicare un'aiuola (splendida quella della Washington University a Seattle) alle piante della tradizione biblica così cara alle chiese della Riforma; in Italia, che pure ha visto la nascita del primo Orto botanico della storia – quello di Padova sorto nel 1545 – l'idea non aveva mai sfiorato nessuno fino al 1999 quando un'insegnante di botanica dell'università Tor Vergata, trovandosi a St. Louis per un convegno vide l'aiuola nel locale giardino botanico. L'ipotesi rimase nel cassetto fino ai preparativi in occasione della GMG di Roma nel 2000 quando ai naturalisti degli atenei La Sapienza e Tor Vergata venne chiesto di allestire un'aiuola-parco nei pressi della zona dove papa Wojtyla avrebbe presenziato alla grande Veglia con i giovani. I curatori Sandro Pignatti e Maria Grilli Caiola (titolo del lavoro “Il giardino con le piante bibliche”) hanno collaborato con altri due botanici, Paolo Maria Guarrera e Alessandro Travaglini fino al testo “Le piante nella Bibbia” (cangemi editore), presentato al MUSE martedì scorso per iniziativa della Società Tridentina di Scienze Naturali. “E' il frutto di un'erborizzazione tra le pagine della Bibbia” si legge nell'introduzione a firma di mons. Romano Penna e Guido Moggi. Erborizzare è il termine che indica il raccogliere piante in diversi terreni e zone geografiche (botanico nell'antichità stava per “raccoglitore”, spiegava la presidente Lorenza Corsini), ma questa volta Grilli Caiola ha confessato di aver lavorato su un terreno del tutto particolare qual è il testo sacro.

Dieci i raggruppamenti in cui le piante bibliche vengono catalogate: da quelle della Terra Promessa agli alberi da frutto, dal lungo elenco di piante officinali ai fiori di campo. Appassionata la puntuale presentazione del lavoro da parte dell'Autrice affiancata da Antonio Lurgio, docente di IRC al liceo Galilei e di tematiche religiose all'università della Terza Età, che ha offerto una breve panoramica di alcuni testi della Scrittura. Un testo di consultazione (il primo in assoluto su questo tema in italiano) per andare – si può ben dire – alla radice di tante citazioni bibliche legate al mondo della natura, per confrontarsi con quelle due versioni della creazione del mondo offerte dal libro di Genesi e, in fin dei conti, convertirsi a quella “custodia” del creato di cui ci parla a più riprese Papa Francesco.

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