Un racconto corale della Grande Guerra

Italiani d’Austria (trentini, friulani, triestini, dalmati). E italiani del Regno. Lettere, diari e memorie, degli uni e degli altri, dal fronte di guerra, fosse quello orientale di Galizia o l’austro-italiano dall’Ortles al golfo di Trieste. Documenti disposti in modo tale da creare un racconto collettivo. È il cuore di “Storia intima della Grande Guerra” di Quinto Antonelli, responsabile dell’Archivio della scrittura popolare della Fondazione Museo storico del Trentino, pubblicato da Donzelli e da poco in libreria.

Negli anni a ricordo del centenario della Prima guerra mondiale, l’antologia dello storico roveretano – già autore di “I dimenticati” (sui trentini, soldati e civili, travolti dal conflitto) – si può ben dire rappresenti un punto d’approdo, non tanto d’arrivo ma di un’eventuale ripartenza, di quel continuo lavorio che dagli anni Ottanta del secolo scorso contraddistingue la miglior storiografia, trentina e nazionale, sull’argomento. Fin da quando la rivista “Materiali di lavoro”, grazie all’apporto di studiosi quali Rasera, Zadra, Fait, Leoni e altri, cominciò a scorrere e ad analizzare, riga per riga, tutta quella memoria scritta dai trentini con la divisa asburgica sbattuti sul fronte orientale, ma anche dei profughi civili. Un terreno d’indagine, una storia dal basso, di un “popolo scomparso”, che parecchio deve alla tradizione degli Annales francesi e che nel corso del tempo ha seminato “i campi” della ricerca di perle luminescenti ravvivati periodicamente da “cenacoli” ai quali contribuivano storici come, ad esempio, Isnenghi e Gibelli. E a cui anche l’Archivio diaristico di Pieve S. Stefano ha portato più di un tassello.

L’antologia di Antonelli rientra in questa temperie culturale ed ha l’ulteriore pregio di proiettare su scala nazionale, visto l’editore che la pubblica, anche la vicenda trentina attraverso le voci dei “suoi” soldati, che spesso e volentieri, al di là degli addetti ai lavori e degli appassionati, è poco conosciuta lungo lo stivale. “I capitoli – scrive lo storico – vengono a segnare le tappe del viaggio dei soldati all’interno di quell’universo separato, di quel vero e proprio altrove che è la “zona di guerra”. Il tema dell’antologia è dunque l’esperienza della guerra come viaggio iniziatico, raccontato in presa diretta ai propri famigliari o rammentata anni dopo alla generazione dei figli e a quella dei nipoti”. Accompagna il volume il dvd “Scemi di guerra. La follia nelle trincee” del documentarista piemontese Enrico Verra.

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