Con uno sguardo sull’“altro”

Al Museo storico la nuova esposizione “Morire per Trento/Sterben für Trient”. Perfettamente bilingue, la mostra valuta il punto di vista di entrambi i combattenti

“È la prima volta che allestiamo una mostra perfettamente bilingue, italiano e tedesco, in modo che i visitatori possano conoscere le motivazioni politiche ed economiche e l'esperienza dei combattenti da entrambi i punti di vista senza privilegiare l'uno rispetto all'altro”. Così Camillo Zadra, provveditore del Museo storico italiano della guerra di Rovereto, illustra, al microfono di radio Trentino inBlu, la nuova esposizione “Morire per Trento/Sterben für Trient” nell’ambito del centenario della Grande guerra.

Diviso in tre parti, l’evento sintetizza con pannelli, fotografie, diari, lettere e oggetti vari, i principali avvenimenti che hanno interessato il fronte Trentino, nel periodo 1915-1918. La prima parte mette in risalto le diverse memorie, elaborate in Italia e in Austria, nel corso del Novecento e come i vari soggetti istituzionali hanno conservato le testimonianze del conflitto. Nel nostro paese la memoria pubblica ha assunto i tratti della celebrazione nazionalistica.

Nel periodo fascista molti luoghi militari, frequentati da reduci e famiglie, furono dichiarati “zona sacra” e trovarono posto nelle guide escursionistiche. Le celebrazioni commemorative si sono protratte fino agli anni Sessanta, dopo pian piano l’interesse si è affievolito. Negli anni Ottanta l’attenzione per quel periodo storico è stata recuperata dalla generazione dei nipoti, che ha riscoperto i campi di battaglia, i paesaggi di guerra e le memorie dei soldati. Mentre in Austria e nelle province di lingua tedesca dell’ex Impero Austro-ungarico la memoria si è concentrata soprattutto sul fronte italiano, piuttosto che sulla Galizia. Si ribadiva il tradimento dell’Italia, mentre si difendeva l’identità tedesca, si mitizzavano la guerra in montagna e l’eroismo dei soldati. Da noi si cercava di italianizzare le regioni a prevalente cultura tedesca, mentre da parte austriaca la perdita dell’Alto Adige fu tra tutte la più dolorosa.

Nella seconda sezione si evidenzia il modo – tramite manifesti e stampa – in cui le controparti entrarono in guerra attraverso le parole d’ordine della politica e della propaganda: è sempre l’altro il ladro, l’assassino, quello di cui non potersi fidare e da eliminare.

La terza parte, attraverso lettere, diari e memorie di dieci combattenti italiani e di altrettanti austro-ungarici, narra i sentimenti, la vita di trincea e le sofferenze di entrambi, l’aspetto più condiviso: dolore, morte, sangue, nostalgia di casa, rabbia, determinazione, desiderio che il conflitto termini il prima possibile accomunano gli schieramenti. Inaugurata sabato scorso, “Morire per Trento/Sterben für Trient” durerà fino al 31 gennaio 2016, con orario 10-18 da martedì a domenica. Chi accede al castello roveretano può integrare l’argomento con altre mostre presenti.

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