Il mineralogista Paolo Ferretti

Studia i minerali del Trentino, conosciuti in tutto il mondo, per capire come sono fatti e valorizzarli nella divulgazione scientifica. È il mestiere del mineralogista Paolo Ferretti, intervistato dai ragazzi della classe IA della scuola media Bonporti di Trento.

Ferretti, che cosa fa un mineralogista?

Il mineralogista si occupa di minerali sotto vari aspetti, in maniera diversa e con scopi diversi. Come un cristallo che ha tante facce… C’è il mineralogista ricercatore che si occupa della struttura interna dei minerali, per capire come è fatta la materia; c’è il mineralogista applicato, che cerca di sfruttare queste caratteristiche dei minerali per delle applicazioni, traendone dei vantaggi per le industrie. Siamo circondati da minerali, anche se non ce ne accorgiamo! Io invece, lavorando in un museo, mi occupo della dimensione “culturale” dei minerali, quindi di far capire alle persone la storia della mineralogia, delle miniere…

Come si trova al Muse?

Mi trovo bene, sono lì da quasi 15 anni. Il nostro è un bel gruppo di lavoro, ognuno con le sue competenze e con la libertà di portare avanti i suoi lavori. Siamo in rete anche con altri musei locali, come ad esempio il Museo geologico di Predazzo, e con collezioni private: cerchiamo di fare un lavoro di coordinamento, perché l’unione fa la forza.

L’allestimento geologico del Muse è fisso o bisogna aggiornarlo?

È un continuo lavorio: i musei vivono se cambiano! Ovvio, non si può continuamente distruggere e ricostruire, ma quando il Muse è stato inaugurato, ho continuato a metterci mano. Adesso, per esempio, stiamo lavorando alle audioguide e ai tablet per i visitatori.

La IA della scuola media Bonporti intervista Paolo Ferretti, mineralogista

Come è nata la sua passione?

È nata tanto tempo fa, quando avevo solo 7 anni e ho visitato una mostra di minerali. Lì è scattata la scintilla: mi sono appassionato a questo mondo e sono riuscito a trasformare questa passione nel mio lavoro.

Che studi ha fatto per diventare mineralogista?

Ho fatto il liceo scientifico, poi ho studiato geologia. Un’altra strada è quella di studiare chimica, e poi specializzarsi sui minerali.

Di che minerali si occupa?

Mi interessano un po’ tutti, ma in particolare quelli della nostra regione: cerco di documentarli bene, anche per tramandare questa conoscenza alle persone e far sì che apprezzino i nostri minerali come un elemento importante che fa parte della natura del Trentino.

Che cosa rappresenta il Trentino dal punto di vista mineralogico?

Il Trentino è conosciuto, da questo punto di vista, in tutto il mondo. Forse più che da noi! È stato studiato fin dalla fine del Settecento, e già a quell’epoca arrivavano studiosi attratti dalla varietà e dalla ricchezza dei nostri minerali. E i minerali del Trentino si trovano nei musei di tutto il mondo. Abbiamo quindi un importante patrimonio storico che dobbiamo far conoscere e tramandare.

Chi vi porta i minerali in museo?

Spesso ce li portano, per fortuna, i collezionisti e gli appassionati di minerali, con i quali cerchiamo di avere degli ottimi rapporti. Poi, quando si può, cerchiamo anche noi di andare sul territorio. Io mi sono avvicinato alla mineralogia anche per questo: per me è un modo di interpretare il territorio, la natura e la montagna. Ma non necessariamente il mineralogista
deve essere un amante della montagna… Ci sono i mineralogisti “da laboratorio”, che magari in montagna non ci mettono mai piede. Io sono sicuramente un mineralogista “con gli scarponi”.

Il mineralogista “in azione”

Quali strumenti usa?

Quando si va sul terreno a raccogliere abbiamo gli strumenti basilari: il martello da geologo, la mazza, lo scalpello. In museo ci sono strumenti più sofisticati, che servono a pulire il campione. Poi il campione va studiato, e qui servono strumenti molto complessi (SEM, diffrattometri…) per cui ci si rivolge ai laboratori delle università.

Qual è il suo minerale preferito?

Se proprio devo scegliere, mi viene in mente la fluorite, che appassiona tanti collezionisti. È un minerale molto estetico, che presenta colori molto variabili, dal trasparente al verde, viola, rosa. In Trentino ci sono tanti posti dove si può trovare.

A cosa servono le sue ricerche?

Le ricerche scientifiche devono essere condivise e divulgate, altrimenti diventano un hobby personale. Il nostro scopo è quello di documentare il territorio e condividere la nostra passione con le persone, cercando di rendere l’argomento della mineralogia comprensibile a tutti. Solo chi comprende può appassionarsi. Amando questi oggetti, è più facile che le persone li tutelino, insieme alla natura nella quale si trovano.

Quanto costa un minerale?

Dipende: andiamo da pochi soldi, fino a milioni di euro. Pensate a un minerale prezioso che diventa una gemma: ci sono campioni che hanno valore inestimabile. Questo è un discorso delicato, perché i minerali sono oggetti “di natura”, ognuno diverso dall’altro, e riuscire a dare un valore è molto difficile, anche un po’ soggettivo.

Intervista a cura della classe IA della scuola media Bonporti di Trento


La scheda:

Nome: Paolo

Cognome: Ferretti

Professione: Mineralogista

Segni particolari: Geologo di formazione, lavora al Muse, dove ha curato la sezione dedicata ai minerali.

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