“L’integrazione aiuta a superare la diffidenza”

A Flavon, l’associazione Casa Padre Angelo ha messo a disposizione la sua struttura per ospitare venti giovani bengalesi; provenienti dalla Libia dove avevano lavorato per qualche anno, dopo il loro arrivo in Italia, circa sette mesi fa, erano stati ospitati all'ostello di Castelfondo. “Anche se solitamente si occupa di altre situazioni di disagio che riguardano madri e bambini, la nostra associazione si è sentita in dovere di rispondere direttamente a questa richiesta di ospitalità”, spiega Antonio Mazza, presidente di Casa Padre Angelo.

Inizialmente, alcune preoccupazioni erano sorte per l’integrazione della struttura con quella che è la realtà del paese di Flavon e dei centri limitrofi. Tuttavia, dopo breve tempo, ci si è resi conto che la piccola comunità di migranti – che dal primo maggio ha iniziato a fare la spesa in maniera autonoma e gestire personalmente tutto ciò che riguarda la cucina – ha portato una ricchezza di umanità rilevante.

“È importante pensare a progetti a di integrazione sociale a medio e lungo periodo”, commenta ancora Mazza che spiega come, in accordo con il Comune di Flavon e grazie all'aiuto di diversi volontari di Cles, siano stati attivati laboratori per apprendere l’italiano, la matematica e osservare le stelle, grazie al contributo di alcuni appassionati di astronomia.

L’associazione Casa Padre Angelo, inoltre, ha messo a disposizione un terreno che i rifugiati possono coltivare in autonomia; il Comune ha reso usufruibile anche il campo da calcio del paese e i giovani hanno partecipato a passeggiate organizzate per far loro conoscere il paese e incontrare le persone. Alcuni di loro, accompagnati da un educatore e dal missionario noneso padre Claudio Holzer, sono stati alla scuola elementare di Vigo di Ton per raccontare le loro storie di migranti. Si è attutata, tra le altre iniziative, anche una convenzione con il negozio di alimentari, attraverso la quale si sono potuti fornire dei buoni spesa a ognuno degli ospiti da spendere al punto vendita di Flavon.

L’integrazione, sottolineano i responsabili del progetto, ha permesso di superare le diffidenze iniziali. Prova di questo è il fatto che i ragazzi bengalesi hanno contribuito all’organizzazione di una festa campestre a Denno servendo la pasta in piazza e si sono resi disponibili, come volontari, per aiutare i cittadini di Flavon nei loro piccoli lavori domestici.

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