Nosiola vitigno minore

Un pregiudizio da sfatare. E’ tra gli autoctoni trentini più conosciuti, ma ora meno diffusi

Dal 29 al 31 maggio 2015 nella città di Oeiras (Portogallo) si è svolta la XV edizione de “La selezione del sindaco (SDS)” concorso internazionale promosso dalle Città del vino italiane e da Recevin, la rete europea dei comuni a vocazione vitivinicola.

I vini iscritti al concorso erano circa 1.100: 700 italiani, 400 portoghesi e 50 dal resto del mondo. La condizione che caratterizza il concorso è il legame vino, vitigno, territorio. Il concorso prevede anche un limite minimo e massimo da 1.000 a 50.000 bottiglie a lotto con un’attenzione particolare a vitigni autoctoni, vini passiti, vini maturati in argilla e produzioni di qualità delle cantine sociali. Le dieci commissioni di assaggio, a conclusione del lavoro di selezione, hanno assegnato 27 gran medaglie d’oro, 141 medaglie d’oro e 129 medaglie d’argento sulla base dei punteggi raggiunti. Nel primo gruppo c’è il Nosiola 2007 della Cantina Toblino di Sarche denominato Argiler dal luogo di provenienza: terreni argillosi del monte di Calavino. Il vino premiato porta la firma dell’enologo della Toblino, Lorenzo Tomazzolli, che nel 2007 (vendemmia) si è imbattuto in una partita di uva Nosiola di assoluta eccellenza, come risultò dai consueti controlli valutativi, visivi, organolettici ed analitici.

L’enologo responsabile della cantina decise di vinificarlo a parte. Per vedere se il vino durava nel tempo. Una prova, non un progetto, afferma l’interessato. Il vino prodotto, 60 ettolitri, è servito in parte per imbottigliare 4000 bottiglie. C’è ancora materia prima per imbottigliarne altrettante. Prova, non progetto.

A darci lo spunto per verificare l’opportunità di proseguire nel progetto di valorizzazione del vino Nosiola e necessariamente del vitigno sono stati gli appunti presi ad un convegno di tecnici esperti che si è svolto a Maso Toresela il 24 aprile 2003. Dagli autorevoli interventi si desumeva già 12 anni fa la possibilità di intraprendere un percorso di rivalutazione del vino Nosiola: la Nosiola nella Valle dei Laghi, il Nosiola sulle colline di Pressano e nella Bassa Valle di Cembra. Femminile e maschile l’articolo preposto al nome. Sicuramente per rimarcare un differente grado di complessità derivante dai due territori e tipi di clima e di terreno (terroir, genius loci, legame vitigno-vino-territoiro).

Il vitigno Nosiola, dice Gianantonio Pombeni, direttore della Cantina Toblino, si coltivava in tutti i luoghi del Trentino dove arriva l’Ora del Garda. Se oggi la superficie è ridotta a poche decine di ettari, all’interno di un territorio assai più ristretto per non dire esclusivo, la colpa è anche del tradimento interessato compiuto a carico della (del) Nosiola per piantare il più redditizio Pinot grigio.

La seconda spinta a sondare una prospettiva di valorizzazione è venuta dalla Mostra della Nosiola che si è svolta all’inizio di aprile presso la Cantina Toblino: 33 Nosiola, 13 Rebo, 9 Vino Santo, 4 Vino Santo riserve, 3 Nosiola passito per produrre ‘l Ora (Toblino Pravis, Francesco Poli), uno spumante brut Nosiola metodo charmat. Sei Nosiola (compreso l’Argiler di Toblino) avevano più di 4 anni. Marco Pederzolli, secondo enologo di Toblino che ha curato la mostra, dice di avere raccolto dagli assaggiatori anche non professionali, la voglia di scoprire il vino Nosiola in tutte le versioni.

Alcuni flash per concludere.

Umberto Benetti: Giacinto Giacomini già direttore di Cavit non poteva vedere il Nosiola, era di ostacolo all’espansione del Pinot grigio.

Mario Pojer: il Nosiola merita fiducia e sostegno. Ho proposto in assaggio prima in Friuli, poi in Toscana tre Nosiola della mia cantina datati 2012-2003-1993. Un successo.

Enrico Paternoster: Nosiola è un nome bellissimo, semplice, comunicativo. Il vitigno va collocato solo nella fascia collinare avendo presente il rapporto stretto che corre tra vigneto e cantina. Il progetto di un vino nasce nel vigneto.

Unica voce fuori dal coro quella di Nereo Cavazzani, che nel volume “Qualità del vino” (2004, distribuito a pochi amici) propone la valorizzazione del vino Nosiola solo in due distretti (Pressano e Valle dei Laghi), ma mai vinificato in purezza. Solo con uve più forti di carattere.

La spinta dovrebbe venire anche dal Consorzio vini trentini che pare procedere a scartamento ridotto per quanto riguarda innovazione vitivinicola e promozione. La dirigenza non era neppure al corrente del premio incoraggiante attribuito al Nosiola Argiler 2007 di Toblino.

Il nostro suggerimento: impariamo dalla cantina di Soave peraltro fondata e diretta da due enotecnici diplomati a S. Michele. Ha fatto passi da gigante valorizzando con progettualità determinata e condivisa vini di varietà non molto diversi dalla Nosiola.

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