Una casa per condividere

L'esperienza del coabitare incrocia bisogni e risorse, rispondendo a necessità pratiche e relazionali in una logica di scambio tra ospite e ospitato

Dopo il soddisfacente risultato di Trento, dove dal 2009 si sono attivate sessantadue coabitazioni, il progetto “Casa solidale” prende il via anche a Rovereto. L'iniziativa, promossa dall'associazione A.M.A.-Auto Mutuo Aiuto, prevede un'ospitalità basata sul principio appunto dell'auto mutuo aiuto. Si tratta di accogliere temporaneamente una persona che cerca alloggio in una situazione di emergenza, offrendo una stanza della propria abitazione. È rivolto a chiunque abbia interesse, italiano o straniero, uomo o donna, residente o meno.

Alla persona accolta si chiede, in cambio della stanza, di partecipare con impegno e serietà all'andamento della coabitazione. “A Trento c'è chi ha chiesto una gestione dell'orto, un contributo per curare il giardino o il trasporto della spesa”, ha spiegato Sandra Venturelli, coordinatrice dell'A.M.A., durante la presentazione del progetto, avvenuta lo scorso 9 luglio con l'offerta di un aperitivo in un locale pubblico di Rovereto. Il requisito minimo richiesto a coloro che sono ospitati è che abbiano una piccola entrata: “All'ospite è richiesto di contribuire alle spese di gestione della casa, ad esempio parte delle bollette o del cibo”.

Coloro che desiderano aderire al progetto, sostenuto dalla Provincia autonoma e dai due comuni, si incontrano durante i gruppi mensili appositamente organizzati dall'A.M.A., anche se non è esclusa una presentazione diretta tra le persone interessate da parte dell'operatore dell'associazione, dopo aver verificato la presenza delle caratteristiche richieste.

“A Trento abbiamo avuto grossi risultati, non tanto nella quantità delle coabitazioni, quanto dal punto di vista delle relazioni”, ha proseguito Venturelli. In merito è stata raccontata una commovente testimonianza da Camilla Bettella, l'operatrice dell'associazione, incaricata di seguire il progetto roveretano. Un senegalese in Italia da quindici anni ha aderito al progetto in segno di riconoscenza, dopo aver ricevuto da un italiano un “aiuto piccolo ma per lui sostanziale”, che gli ha permesso di dare una svolta alla sua miseranda vita. Appena arrivato nel nostro paese è stato costretto dalle circostanze a dormire per mesi sulla strada, poi con altre sette persone in una stanza; per mantenersi ha fatto l'ambulante, una situazione di “grande sofferenza”. Ma grazie a questo aiuto è riuscito ad ottenere un lavoro, a fare il ricongiungimento familiare ed ora vive con la moglie e due figli in una casa grande; ed è persino riuscito a comperarsi un automobile. “Dopo avermi raccontato la sua storia, ha aggiunto di essere stato fortunato e di voler contraccambiare l'aiuto ricevuto offrendo una stanza per alloggiare qualcuno in difficoltà”, ha proseguito Bettella. “Cerca una persona italiana affinché possa aiutare la moglie ad apprendere la lingua ed integrarsi, essendo giunta da poco in Italia”.

Nello scambio, pur pendendo il piatto della bilancia dei bisogni dalla parte di chi cerca alloggio, anche chi offre la stanza può godere di vantaggi, magari in termini di compagnia, di amicizia, di comprensione, di disponibilità. Normalmente gli offerenti sono single e per la maggior parte donne, ma c'è anche qualche famiglia. La coabitazione può durare quanto si vuole: alcune si sono concluse dopo pochi mesi, altre sono in corso da quattro anni.

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