La cura della Terra. Commenti all’enciclica

Ai titoli della collana “Pane Nostro. Pagine da gustare”, pubblicata dall’Editrice Missionaria in occasione dell’EXPO di Milano, va ora ad aggiungersi un'antologia di commenti all'enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.

Equamente divisi tra religiosi e laici, i sei commentatori offrono ciascuno una lettura personale – frutto di specifica competenza vocazionale e/o professionale – quasi il tassello di un mosaico che si compone via via tra le pagine.

Filo rosso conduttore diventa la cura della Madre terra e il binomio grido della terra-grido dei poveri.

“Un nuovo paradigma ecologico, cosa che nessun documento ufficiale delle Nazioni Unite ha mai fatto, la Magna Charta dell’ecologia integrale” scrive Leonardo Boff, il noto esponente della teologia della liberazione di matrice francescana, che aggiunge “un’enciclica dai connotati profondamente sudamericani”. “Un’enciclica di cui avevamo tutti bisogno sia a livello mondiale che nazionale, ma soprattutto a livello ecclesiale, dove la difesa della nostra casa comune non è ancora percepita come impegno etico”, scrive il trentino padre Alex Zanotelli che sottolinea l’insostituibile azione dei missionari sul campo.

Non mancano le sottolineature sull’apporto decisivo delle religioni nell’attuale dibattito sul cambiamento climatico e la sua mitigazione (Gaël Giraud, gesuita ed economista, direttore dell’Agencie Franҁaise de Développement), la forza dirompente dell’azione educativa in tema di cambiamento di stili di vita per la costruzione di un nuovo umanesimo della cura (Giaccardi e Magatti, sociologi della Cattolica di Milano) e la necessità di mettere in pratica le indicazioni di un’enciclica che per tanti versi costituisce un’assoluta novità (ancora un gesuita G. Costa). “Azione, conversione e contemplazione”, scrive il direttore di Aggiornamenti sociali e presidente della Fondazione San Fedele a Milano, “se, al termine della lettura, non ci sentissimo trafiggere il cuore e non ci ponessimo la domanda: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli e sorelle?” (At 2,38), tradiremmo il testo e l’intenzione del suo autore”.

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