La morsa Isis in Asia centrale

Il senatore Franco Panizza: “Lo stato d'allarme è diffuso in tutta l'area”

Il doppio appuntamento del summit dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) e quello dell’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Sco) – l’alleanza con Cina, Kirghizistan, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan sui temi della sicurezza, a cui si apprestano ad unirsi le potenze nucleari di India e Pakistan e a cui aspira anche l’Iran, che partecipa in veste di osservatore – ospitato dall’8 al 10 luglio ad Ufa, capitale della repubblica del Bashkortostan, in Russia, è servito a dimostrare che, nonostante le sanzioni di Europa e Usa, la Russia non è isolata a livello internazionale. Ma ha fatto emergere anche prepotentemente il tema della sicurezza e della lotta all’Isis, che minaccia anche l’Asia centrale e l’Afghanistan.

Le stesse preoccupazioni dei Paesi ex-sovietici dell’Asia centrale per la minaccia dell’Isis e delle mire espansionistiche del Califfato su questa regione le ha rilevate il vertice della Commissione Civile della Sicurezza della Nato, tenutosi in parte in Tagikistan e conclusosi in coincidenza con gli attentati in Francia, Tunisia e Kuwait.

“Lo stato d'allarme è diffuso in tutta l'area – conferma il senatore Franco Panizza, presente al vertice in rappresentanza dell’Italia -, ma la preoccupazione maggiore si registra proprio in Tagikistan, paese messo in ginocchio dal crollo del rublo e dalle difficoltà dell'economia russa, anche a causa delle sanzioni internazionali. E l’identica preoccupazione l’abbiamo registrata in Kazakistan”. Qui, a differenza del Tagikistan, vi è però una maggiore stabilità economica e istituzionale, che fa il paio con una politica molto forte di prevenzione. Spiega Panizza: “Come ci è stato illustrato durante il vertice dalle più alte autorità militari che si occupano di lotta al terrorismo, il lavoro coinvolge le scuole, con azioni di sensibilizzazione e di informazione, passa attraverso un dialogo costante e proficuo con l'Islam moderato, che sta cominciando a reagire con forza a qualunque deriva fondamentalista, svolgendo così una funzione di argine soprattutto sotto il profilo religioso, morale e culturale. E altrettanto impegno viene profuso per il reinserimento di tutto quelli che vogliono uscire dall'organizzazione terroristica”.

Di fronte a quella che è stata definita un'emergenza mondiale, è stata ribadita da tutte le parti la necessità di un sempre più forte coordinamento tra tutti coloro che combattono l'Isis.

Ma a preoccupare quest’area del mondo sono anche i rapporti con la Russia e i Paesi occidentali. “Questi paesi chiedono una politica di distensione volta a costruire le condizioni per la loro crescita economica, attraverso una minore dipendenza energetica e un rafforzamento del ruolo commerciale della via della seta, che collega l'Europa con la Cina. E chiedono alla Nato di superare la questione ucraina, rinunciando a considerare quella russa come un'occupazione”.

Da questo punto di vista, quale ruolo può giocare l'Italia? Risponde Panizza: “Un ruolo importante. Le relazioni diplomatiche e commerciali sono buone; godiamo di buona fama e, proprio durante i giorni del vertice, all’Expo di Milano si è tenuto un incontro tra il Presidente Renzi e il Presidente Nazarbayev del Kazakistan, paese che ospiterà la prossima Expo. Io stesso ho potuto presentare al Ministro degli Esteri Idrissov una copia di un libro del Presidente Nazarbayev, tradotto in italiano dall'associazione culturale trentina Vox Populi”.

La crisi dell’Unione Europea, le tensioni con la Russia, i focolai di guerra disseminati nel mondo, l'ondata migratoria verso l'Europa rappresentano una matassa che in più occasioni Papa Francesco non ha esitato a chiamare “Terza Guerra Mondiale”. Davanti a uno scenario del genere, conclude Panizza, ci vuole l'impegno, il coraggio, la responsabilità di tutti.

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