L’educazione museale per “appartenere al mondo”

Lo scorso 14 luglio Domenica Primerano, in qualità di Presidente dell'Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, è stata convocata a Roma per un'audizione alla Commissione bicamerale infanzia e adolescenza (presieduta da Michela Vittoria Brambilla), che sta conducendo un'importante indagine conoscitiva sul diritto dei minori a fruire del patrimonio artistico e culturale nazionale. In tale contesto è stato preso in esame il ruolo e l’impegno che assolvono la scuola, le famiglie, i musei e il mondo delle associazioni. L’indagine intende inoltre vagliare quali possibili iniziative, anche di carattere normativo, possano essere adottate per promuovere e favorire adeguate forme di accessibilità da parte dei giovani di questo patrimonio.

Primerano, convocata insieme a diversi nomi di spicco del panorama culturale italiano, ha illustrato le attività promosse dai musei ecclesiastici per favorire la fruizione e la comprensione del patrimonio culturale da parte delle giovani generazioni. Citando il PIME (Museo Popoli e Culture) di Milano, associato AMEI, che tra gli obiettivi delle proprie attività educative inserisce l'impegno ad “accrescere la capacità di appartenere al mondo con intelligenza, rispetto e consapevolezza”, ha ricordato che appartenere con ‘consapevolezza’ al mondo, alla realtà e dunque alla cultura che la connota, significa anche possedere gli strumenti per avvicinarsi ‘consapevolmente’ all’opera d’arte sacra, comprendere ciò che essa racconta, l’universo simbolico che racchiude. Un universo che, un tempo, faceva parte della cultura comune e che oggi si è dissolto determinando quello che Paolucci, direttore dei Vaticani, ha definito una sorta di “black-out semantico”.

Se i musei ecclesiastici, ha concluso Primerano, sapranno diventare ‘palestra di esegesi’ per le nuove generazioni, il messaggio racchiuso nelle opere che essi conservano non sarà più indecifrabile; l’educazione museale potrà creare le premesse per poterlo non solo comprendere, ma anche condividere, reinterpretare, rinegoziare, oppure discutere e forse negare. Ma tutto ciò avverrà all’interno di una relazione di cui il museo sarà motore vitale.

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