La cascata del lupo, i misteri dell’acqua

La cascata del lupo gelata durante il periodo invernale. Foto Gianni Zotta

Nelle calde giornate d’estate, ma anche nei freschi e colorati pomeriggi d’autunno, si può raggiungere la cascata del lupo partendo dalla località Varda e dalla frazione pinetana di Piazze, scendendo nel vallone formato del Rio Regnana fino alla cascata. Si imbocca così un sentiero che digrada e perde quota rapidamente: la discesa è a tratti agevolata da gradini e corrimano. Per il ritorno si può scegliere lo stesso sentiero o proseguire fino a raggiungere le Piramidi di terra (sentiero C37). Il tempo di percorrenza a piedi, con arrivo e partenza dal paese di Piazze, è di circa 2 ore, la quota di partenza è posta a 1027 metri slm, e l’arrivo a 946 metri, il dislivello è quindi di 126 metri.Un luogo nascosto ed in parte misterioso, la cascata del lupo è un “salto” d’acqua limpida e scintillante ed un ambiente naturali dai mille riflessi e sfumature. La “cascata del lupo” è uno dei luoghi più suggestivi che collegano l’Altopiano di Pinè e la Valle di Cembra. Formata dal precipitare delle acque del Rio Regnana, attraverso un salto di 36 metri, la cascata è posta in una gola che si raggiungere lungo un sentiero ed una discesa fatta di scale di roccia e gradinate disegnate dalle radici degli alberi. Ad ammaliare è soprattutto l’atmosfera del luogo, dove accanto alla limpidezza dell’acqua prevale il verde dei muschi sulle pareti rocciose, ed i riflessi del bosco che nasconde, e quasi protegge, la “cascata del lupo”.

Quest’anno la siccità ha ridotto la portata d’acqua della cascata anche per la necessità di utilizzare al meglio il rio Regnana per la “sofferenza” idrica del lago delle Piazze.

Va segnalato poi che, dopo aver superato il piccolo lago formato dalla cascata, si apre inoltre una spettacolare vista panoramica verso l’abitato di Segonzano, e il cammino può proseguire verso le piramidi di terra, tipico fenomeno geologico della Valle di Cembra.

Un luogo forse dimenticato dai grandi circuiti turistici, che si raggiunge solo a piedi e lungo un sentiero non sempre agevole, ma che ha consentito alla “cascata del lupo” di conservare il suo originario fascino ed alone di mistero, ispirando anche alcune leggende e favole tra strani personaggi del bosco e della fantasia.

L’autore trentino Mauro Neri racconta, in un suo simpatico racconto, che “in fondo alla valletta del rio Regnana e proprio ai piedi della gigantesca Cascata del Lupo, si apre una caverna profonda, umida e buia. In quel buco viveva la strega Fontanastra: la malvagia regina dell’acqua!”. “Era difficile di giorno riuscire a vedere Fontanastra, per via degli abiti color nocciola-caffelatte che le permettevano di confondersi col colore della terra e con le ombre dei boschi – prosegue l’autore – la strega, dalla sua grotta gocciolante d’umidità, amava disturbare la vita degli uomini e degli animali avvelenando di continuo l’acqua del torrente Regnana. Erano veleni terribili, quelli che Fontanastra inventava nella sua cucina, veleni che facevano inaridire i campi di patate, che toglievano la fame alle bestie nella stalla, che provocavano malattie ai bambini più piccoli e deboli”.

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