Casa Sebastiano, un sogno

A Coredo è quasi pronta la struttura per i soggetti autistici del Trentino: “Sarà un centro di riferimento per le famiglie ma anche per le associazioni e le cooperative”, spiega Giovanni Coletti, l'imprenditore di Mollaro che ha coinvolto anche una trentina di aziende

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“Perseguire i sogni molte volte porta alla loro realizzazione”. E' la constatazione incoraggiante che Giovanni Coletti ha voluto come didascalia al progetto esecutivo di Casa Sebastiano, il centro di riferimento per la patologia autistica che aprirà i battenti nel maggio prossimo a Coredo.

Con la castagnata di sabato 28 novembre si festeggia lo stato avanzato dei lavori che l'imprenditore di Mollaro, 56 anni, pioniere dell'Associazione Genitori Soggetti Autistici, ci illustra in anteprima nell'area vicina alle scuole, al limitare del bosco, in una proprietà trasferita dallo Stato alla Provincia: “Proprio durante una cena sotto il tendone a pochi metri da qua – racconta Coletti – l'amico Gilberto Zani buttò lì la prima idea da cui è nata nel 2010 la Fondazione trentina per l'Autismo. Oggi conta più di 100 soci e sostiene la rete di realtà pubbliche e private impegnate sul fronte dell'autismo. Per loro questa struttura d’eccellenza sarà un aiuto per la ricerca e la formazione”.

A Casa Sebastiano (la denominazione ricorda il figlio di Guido Ghirardini, che è nel direttivo della Fondazione) ci è prevista una struttura residenziale per soggetti adulti, così da facilitare il distacco dalla famiglia d’origine, e moderni laboratori per rispondere ai bisogni specifici delle persone con autismo e sindromi correlate: un’attenzione globale alla persona attraveso interventi sanitari, educativi, relazionali e socioccupazionali. “Anche i genitori trentini, talvolta soli e angosciati davanti alla diagnosi, devono avere un aiuto, fin dal riconoscimento non sempre facile di questa sindrome – riassume Coletti – e accanto alle terapie, fondamentali soprattutto nei primi anni di vita per favorire il benessere delle persona, è importante offrire ai giovani anche dopo il periodo scolastico opportunità nel campo del lavoro e del tempo libero”. Pensa alle circa 2500 famiglie trentine interessate dalle varie forme di autismo, Coletti, ma parla soprattutto per esperienza. Dalla nascita delle sue gemelle Martina e Roberta nel 1988, egli si è trovato assieme alla moglie Emanuela, ad affrontare con l’aiuto di medici, educatori e insegnanti problematiche difficili dentro un contesto che in quegli anni vedeva le famiglie isolate tra loro: “Dovremo unirci come genitori – ci raccontavano in un’inchiesa a puntate condotta su Vita Trentina nel 1992 – i nostri bambini e bambine sono diversi tra loro, ma i problemi sono comuni”.

Nel 1995 da Giovanni, Emanuela e altri genitori è nata l’associazione AGSAT, si sono avviate alcune sperimentazioni, sul territorio trentino sono spuntate alcune strutture specializzate: “Come genitori abbiamo via via sollecitato gli enti pubblici e le realtà del privato sociale…certo, molto resta ancora da fare”, puntualizza Coletti. Mentre gode già di questa struttura d’avanguardia, preferisce guardare agli obiettivi futuri: “Insieme deve crescere un contesto più attento all’integrazione dei soggetti autistici e ai loro bisogni particolari. Cosi le famiglie non saranno spinte a ‘nascondere’ i propri figli, ma sentiranno una rete comunitaria che le sostiene”.

La realizzazione di Casa Sebastiano è servita anche a questo: numerose iniziative di sensibilizzazione, come una cena di beneficenza con 700 persone nel giugno scorso, ha sostenuto la raccolta di fondi. Sull’investimento complessivo di 4 milioni e mezzo, 3 milioni e mezzo sono coperti dalla Provincia autonoma di Trento che crede in questo centro a respiro provinciale. L’altro milione sarà coperto dalla Fondazione trentina per l’Autismo, da privati e da una trentina di “aziende con il cuore” che Coletti ha coinvolto nel sostegno al progetto. Ci è riuscito anche per la sua fama d’imprenditore attento alla dimensione sociale. Anche una persona con sindrome autistica lavora nella sua azienda, la Tama, specializzata in filtraggi industriali, e cresciuta con un centinaio di dipendenti, 78 a Mollaro, gli altri in Francia, Spagna e Brasile. Per spronare i giovani a “fare rete nella comunità” ha raccontato l’impegno di questi anni in un libretto autobiografico dal titolo “Sfigatamente fortunato”, in cui ringrazia in particolare la sua famiglia d’origine, i parenti e anche i suoi dipendenti.

Ora, Giovanni ammira le robuste finestrone di legno di Casa Sebastiano (“la struttura avrà la massima certitizione di CasaClima – aggiunge – perchè bisogna pensare anche alla sostenibilità per il futuro”), ma nella sua volontà si è già affacciato un’altro sogno: “Qui vicino ci starebbe bene un villaggio con mini appartamenti per persone autistiche che possono vivere in autonomia…”

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