Medico e paziente ben oltre i protocolli

Il libro di Cattani indaga un rapporto talora difficile o conflittuale

Maschera. Distrofia. Diverso. Protocolli. Ventilatore, filo d'aria. Risalita, libertà. Consapevolezza. Parole riportate a piè di pagina come segnali luminosi che guidano fuori dal tunnel, senza però nascondere nulla di quanto vissuto mentre lo stava attraversando. Vocabolario che narra l'odissea del "pioniere dell'end stage" – i malati di distrofia muscolare di Duchenne, hanno un'aspettativa di vita non superiore ai 25 anni -, come lo stesso Piergiorgio Cattani si descrive nel suo ultimo libro, "Guarigione. Un disabile in codice rosso" (Il Margine, 2015) presentato lunedì 23 novembre in una sala Manzoni gremita fino quasi all'ingresso della biblioteca comunale di Trento.

Guerriero disarmato da una disabilità grave, ma non per questo arreso, tutt'altro – filosofo, teologo, giornalista "inviato" dentro il suo corpo, entomologo che studia la struttura sanitaria, così lo ha presentato il direttore della casa editrice Paolo Ghezzi – questa volta Cattani è autore di una cronaca di se stesso e della sua malattia lucida e coinvolgente.

Il diario incalzante di un viaggio alla fine del quale è possibile narrare "una particolare «guarigione», giunta inaspettata affrontando con tenacia le avversità, accettando con serenità i propri limiti", approdando ad una "personale riflessione sulla vita e sulla morte", scaturita dal ricovero avvenuto all'ospedale S. Chiara di Trento in seguito ad una bronchite acuta lo scorso marzo, a cui seguì come conseguenza di errate valutazioni mediche il coma e il rischio di morire.

Al cuore del testo autobiografico, sta dunque il tema del rapporto tra medico e paziente: "All'interno dell'istituzione totalitaria, ci deve essere disponibilità alla cura – ha sottolineato don Marcello Farina -, un gesto etico che implica sguardo attento verso l'altro e il suo sentire, fatto di un ascolto che apre alla comprensione e di parole che fanno spazio ad un dialogo ospitale in cui la pratica della cura diventa effettiva andando oltre la rigidità dei protocolli".

"Piergiorgio ha trovato con la sua famiglia modalità personali per aiutarsi a convivere con la malattia, e la sua ricerca è un patrimonio di conoscenze preziose che rendono possibile un equilibro mirabile ma fragile, potendo essere incrinato anche da una piccola modifica delle sue abitudini", ha commentato il direttore del reparto di cardiologia dell'ospedale S. Chiara di Trento Roberto Bonmassari, riconoscendo la necessità di un maggior impegno nell'instaurare un rapporto di alleanza con i pazienti.

Gli ha fatto eco l'assessore alla salute Luca Zeni, ribadendo la necessità di un approccio complessivo nella cura del malato, per favorire una guarigione che lo stesso Cattani, intervenuto in conclusione, considera non tanto e non solo fisica, ma come "processo interiore di liberazione dalle nostre paure, soprattutto quella della morte, un cammino verso la «guarigione dell'anima» mai concluso".

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina