Il Vangelo delle periferie

Oggi più che mai si parla con una certa frequenza di  una società liquida che ha come teorico Zygmunt Bauman. Ma più che una teoria questo tipo di società sta divenendo realtà, perchè contrariamente al ventesimo secolo, quello che stiamo vivendo, non riesce a elaborare i suoi desideri, i suoi sogni in un progetto di lunga durata, di duro e intenso lavoro per l’umanità. I grandi progetti, i sogni di nuove società si sono persi e la forza della società non ha più come meta nessun obiettivo. Per Bauman siamo passati dalla società moderna alla posmoderna che poco alla volta ha perso il senso dell’utopia e della riflessione giungendo alla ricerca del piacere individuale come sua meta ultima.

Partendo da questo presupposto ci rendiamo conto della necessità come cristiani e comunità di lasciare gli schemi  collaudati e ripetuti per vari decenni per percorrere nuovi cammini, nuove strade appropriandoci di nuovi linguaggi che facciano giungere alle persone del nostro tempo un messaggio significativo per la vita. Questo lo ha capito bene Francesco che, venendo dalla quotidianità della città  di Buenos Aires, dalle periferie della Chiesa, e per questo libero dagli schemi e dalle verità della curia romana, da subito ha portato alla Chiesa  di Roma e universale una ventata di freschezza che trova nel Vangelo della ferialità la sua principale fonte.

Alcune persone, tra cui alcuni scrittori e intelletuali cattolici,  fin dagli inizi e ancor oggi non si sono rese conto e non vogliono rendersi conto che é cambiato il lato da cui come Chiesa siamo chiamati a leggere il mondo, l’ universo delle creature. Ora il punto di partenaza sono le periferie del mondo, fino a poco tempo fa oggetto dell’opera evangelizzatrice e oggi soggetto della stessa.  La quinta conferenza della Chiesa Latino Americana e del Caraibi svoltasi nel Santuario Mariano di Aparecida, Stato di San Paolo, in Brasile nel maggio del 2007, il cui relatore era il cardinale George Bergoglio, dopo alcune settimane di studio e dibattito così si esprime nel documento finale:

 

Questa V Conferenza si propone "il grande compito di proteggere e alimentare la fede del popolo di Dio e anche ricordare ai fedeli di questo Continente che , in virtù del loro battesimo, sono chiamati ad essere discepoli e missionari di Gesù Cristo ". Con le sfide e le esigenze , si apre il passaggio ad un nuovo periodo storico, caratterizzato dal disordine generalizzato che si propaga in nuovi fermenti sociali e politici , la diffusione di una cultura lontana e ostile alla tradizione cristiana e l'emergere di varie offerte religiose che si propongono di  rispondere a modo loro , alla sete di Dio che la nostra gente manifesta.

Questo fa si che in questo tempo della Quaresima e particolarmente in questo Anno Santo Straordinario dedicato alla Misericordia, segno concreto che va controcorrente di una mentalità collettiva  odierna, dove l’individualismo, la xenofobia, il razzismo, il nazionalismo, e l’indifferenza vuol far ricadere sui migranti e le fascie più deboli e fragili della nostra società  il fallimento di un sistema  economico, ci lasciamo di interrogare sul come essere Chiesa in questo contesto storico in cui viviamo.

E ancora una volta il continente latinoamericano ci suggerisce un cammino che superi la stanchezza, il pessimismo, lo spirito di manutenzione di norme e regole, la fede delle occasioni, la ripetizione di principi dottrinali e moralisti, i pietismi sterili,  che non resisterebbero all’usura del tempo, perchè il maggior pericolo, la nostra peggiore minaccia ” è la mediocrità  della vita quotidiana della Chiesa , dove all’apparenza tutto procede normale mentre, mentre la fede si sta consumando, degenerando e  divenendo meschinità”.

E qui troviamo tre attitudini evangeliche essenziali per la vita cristiana: il confermare, il rinnovare ed il rivitalizzare la novità de Vangelo radicata nella storia dove si realizza l’incontro personale e comunitario com Gesù Cristo che riaccende in noi la fiamma del discepolo missionario. E questo non dipende tanto da grandi programmi e strutture, ma da uomini e donne nuovi capaci di incarnare la novità del discepolato di Gesù e della missionarietà del suo Regno, quali protagonisti di nuova vita per l’America Latina e per il mondo, frutto della luce e della forza dello Spirito Santo.

Padre Gianfranco Graziola, Vice Coordinatore Nazionale della Pastorale Carceraria -Brasile

dsfdo.

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