Contraddire la realtà: un tremendo potere

La radice umana della crisi ecologica: quando l’essere umano pone sé stesso al centro, finisce per dare priorità assoluta ai suoi interessi contingenti, e tutto il resto diventa relativo

A nulla ci servirà descrivere i sintomi, se non riconosciamo la radice umana della crisi ecologica”, così inizia il capitolo terzo della lettera Enciclica di Papa Francesco Laudato sì, e con una semplicità allo stesso tempo illuminante e disarmante il Papa ci spinge a vedere il problema ecologico da una prospettiva forse nuova. Il problema della crisi ecologica non è altro, infatti, che la punta dell’iceberg, di una deriva relativistica che la società umana ha via via sviluppato e portato alle estreme conseguenze nel tempo in diversi ambiti. Riflettere sul come e soprattutto sul perché si è giunti a questa situazione è ormai diventato un passaggio obbligato per recuperare “quanto sia nobile la vocazione dell’uomo a partecipare responsabilmente all’azione creatrice di Dio”.

Un'analisi accurata porta innanzitutto a prendere coscienza di come “la scienza e la tecnologia sono un prodotto meraviglioso della creatività umana che è un dono di Dio”; il progresso scientifico e tecnologico, infatti, ha contribuito a porre rimedio e a superare “innumerevoli mali che “affliggevano e limitavano l’essere umano”. La crescita tecnologica, però, “non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza” e questo ha fatto sì che l'uomo nelle diverse epoche abbia sviluppato un enorme potere, ma al contrario manchi di “un’etica adeguatamente solida, una cultura e una spiritualità che realmente gli diano un limite e lo contengano entro un lucido dominio di sé”. La totale assenza di limiti, il mettersi al centro dell'universo, il ridurre tutte le scelte al mero e immediato guadagno sono queste le derive più disastrose del relativismo moderno, che ha intrappolato l'uomo rendendolo succube della stessa tecnologia: “è diventato contro-culturale scegliere uno stile di vita con obbiettivi che almeno in parte possano essere indipendenti dalla tecnica, dai suoi costi e dal suo potere globalizzante e massificante”. La natura diviene terra di dominio incondizionato e spregiudicato e come lei “tutto diventa irrilevante se non serve ai propri interessi immediati”.

Alessia Silvestre

Commissione diocesana PASTORALE SOCIALE, GIUSTIZIA E PACE, CUSTODIA DEL CREATO

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