Il diritto di diventare grandi

L’Associazione provinciale per i minori opera da 40 anni per dare a ragazzi e ragazze in situazioni difficili una prospettiva di futuro

“Per poter educare, bisogna amare”, diceva Papa Woijtyla. Un impegno che l’Associazione provinciale per i minori sta portando avanti da 40 anni tanto da meritarsi in dono l’Aquila di San Venceslao. Il massimo riconoscimento per meriti sociali – “per l’impegno di volontari e operatori che col loro lavoro realizzano un Trentino più giusto e solidale” – è stato consegnato nelle mani del fondatore e presidente onorario Paolo Cavagnoli, sabato 21 maggio in Sala Depero, dal presidente Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti.

“Quest’epoca – ha detto Dorigatti – ha bisogno di ritrovare il senso di parole come umanità, solidarietà, dialogo, tolleranza e responsabilità”.

“Ho fatto solo quello che il buon Dio mi ha detto di fare – ha detto commosso Cavagnoli. – I bisogni dei più giovani non sono l’avere in mano l’iPhone o twittare, ma l’offerta di rapporti personali, empatici, affettivi. E tutto ciò oggi manca. È necessario parlare ai ragazzi".

Nata nel 1976 con la gestione del Focolare di Canova, oggi l’Appm dispone di una quarantina di strutture, tra centri, spazi, servizi residenziali e semiresidenziali. Gli operatori sono 150, i minori assistiti sono 200, mentre sono 3500 all'anno i ragazzi che passano nei centri di aggregazione e negli spazi aperti. Fino al 2013 (ultimi dati disponibili) sono stati oltre 4800 i minori assistiti.

“Ragazzi e ragazze che si sono trovati in difficoltà in età molto giovane e poi, grazie ai percorsi di inserimento nella società e nel contesto lavorativo, hanno tirato fuori energia e talento – ha spiegato il presidente della Provincia Ugo Rossi. – I giovani sono il nostro futuro”.

Sono stati proprio loro, i ragazzi e le ragazze che “ce l’hanno fatta”, a testimoniare, attraverso le loro storie, come l’Associazione li abbia aiutati a guardare con speranza verso il futuro e a crescere, diventando donne e uomini adulti.

Toccante la testimonianza di Hanane, ragazza di origini marocchine, scappata dalla sua famiglia e che nel Gruppo famiglia ha trovato “la fiducia che – ha ricordato – chi è in difficoltà perde facilmente”. Una fiducia ritrovata che le permetterà tra qualche settimana di affrontare la maturità. Un invito a mantenere il livello attuale di finanziamenti per l’importanza sociale e umana del lavoro svolto dalle associazioni come Appm, è stato auspicato dal neo presidente Mario Magnani.

“L’Appm – ha detto il sindaco di Trento Alessandro Andreatta – dà una chance a chi, altrimenti, si vedrebbe negato il diritto di diventare un adulto equilibrato”.

Il professor Luigi Pati, preside della Facoltà di Scienze della Formazione della Cattolica di Milano, nella sua lectio magistralis ha sottolineato l’importanza di associazioni come l’Appm, che danno risposte educative e sostegno alla famiglia.

La giornata si è conclusa in piazza Fiera a Trento con un pomeriggio di festa.

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