La GMG? Un dono…

È difficile dire, a pochi giorni dalla sua conclusione, quello che un’esperienza come la Giornata Mondiale della Gioventù ti lascia. Forse si tratta di un dono che “scarti” col tempo, che ti si svela a poco a poco.

Nelle giornate di Cracovia abbiamo fatto esperienza di un Dio che si nasconde nei sorrisi delle persone e che c’invita a costruire dei ponti tra di noi, abbattendo ogni muro. Un Dio che ci parla attraverso gli incontri che facciamo lungo il cammino, che cerca continuamente di connettersi con noi. Che aspetta pazientemente che ognuno cerchi di sintonizzarsi sulla Sua frequenza. Che, come ha detto il Papa, ci vuole attivi, giocatori titolari, padroni del nostro futuro e dei nostri sogni.

Così, mentre cammini con i piedi indolenziti sotto la pioggia di Cracovia, mentre cerchi di viaggiare compatto con il tuo gruppo, che capisci come il tuo essere lì non sia casuale. Che sei partito per qualcosa, che la GMG non è una semplice gita. Forse cercavamo qualcosa. Come disse Giovanni Paolo II a Roma, nel 2000, è Gesù che cerchiamo quando sogniamo felicità, bellezza, radicalità e quando nutriamo il desiderio di fare della nostra vita qualcosa di grande, gettando ogni maschera.

La sfida, adesso, è provare ad essere “sentinelle del mattino” anche a casa. Sentinelle che hanno attenzione verso gli altri e che non si lasciano inghiottire dall’indifferenza.

I giovani di Levico, Barco, Caldonazzo, Cadine e Gardolo

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