Il rispetto per il bambino

Medico, ebreo, polacco, precursore e rivoluzionario in ambito educativo e pedagogico al punto da ispirare e anticipare la Dichiarazione universale dei diritti del bambino, è una delle grandi figure della pedagogia del Novecento. Janusz Korczak (Varsavia 1878-Treblinka 1942) fu un uomo dalla personalità poliedrica – giornalista, scrittore, medico, pedagogo -, in un'epoca difficile, lasciando un'opera di straordinaria attualità come hanno evidenziato l'autrice Laura Giuliani insieme a Paolo Marangon e Massimo Giuliani durante la presentazione di "Korczak: l'umanesimo a misura di bambino. Storia del pedagogista martire nel lager con i suoi 203 ragazzi" (Il Margine, 2016) avvenuta sabato 24 settembre nell'ambito della quinta edizione di "Medita", la mostra dell'editoria trentina svoltasi lo scorso fine-settimana nel tradizionale tendone allestito in piazza Fiera a Trento.

"Gli veniva rimproverato il difetto di non avere una visione organica dell'uomo e del bambino, ma ne era consapevole: in quanto medico, privilegiava non definizioni teoriche ma osservazioni pratiche e si basava sull'esperienza", ha detto l'autrice introducendo il volume, suddiviso in quattro parti nelle quali viene ripercorsa la biografia, il contesto storico, il progetto educativo e la sua opera di pedagogista.

La famiglia di Korczak si era integrata bene in Polonia, parlava la lingua, seguiva le usanze e lui stesso dichiarava come polacca la sua nazionalità ed ebraica la sua confessione, ma gli ebrei erano considerati un corpo estraneo – il 35% degli abitanti di Varsavia erano ebrei, e nel Paese ve ne erano 3 milioni -, per cui, dopo aver fondato un orfanotrofio per bambini ebrei, si prodigò soprattutto per favorirne l'inserimento sociale una volta usciti. Poi, invece di emigrare e salvarsi, decise di restare a Varsavia e di accompagnare i "suoi ragazzi" nell’ultimo viaggio verso il campo di sterminio di Treblinka dove morì nel 1942.

"La sua prima attività, proseguita per tutta la vita, fu quella di giornalista e scrittore e scrisse centinaia di articoli sulle condizioni sociali dei bambini, poi divenne medico e pediatra, infine educatore e pedagogista: a tenere insieme gli aspetti fondamentali della sua personalità – ha sottolineato Marangon che ha curato la prefazione del libro – fu l'amore per i bambini a cui si dedicò totalmente".

Egli recepì la rivoluzione promossa dal movimento per l'Educazione Nuova che si diffuse in Europa agli inizi del Novecento consistente nel mettere il bambino al centro del processo educativo e considerarlo soggetto che ha un ruolo primario in esso, approdando a una visione rivoluzionaria dei rapporti tra adulto e bambino.

Il primo compito di un educatore per Korczak è conoscere i bambini per quello che sono, nella loro alterità rispetto agli adulti, un'affermazione rivoluzionaria per quel tempo, e le sue osservazioni furono sempre aderenti alla realtà e ispirate a principi di comprensione e di rispetto della dignità del bambino. Rispetto che si traduce in diritti precisi: "I bambini non sono adulti in miniatura, ma persone, veri soggetti di diritti inalienabili", ha concluso Marangon citando i testi scritti da Korczak che sono alla base della moderna pedagogia, "Come amare il bambino" e "Il diritto del bambino al rispetto", mentre Massimo Giuliani ha ricordato che la sua impresa pedagogica divenne un modello in tutta Europa, proprio mentre il nazi-fascismo sopprimeva ogni diritto alla diversità etnica e culturale e a lui va il merito storico di aver ispirato il fondamento di un diritto internazionale tuttora valido.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina