“L’Italia che accoglie dica no alla guerra”

All’incontro che ha aperto la Settimana dell’accoglienza promossa dal Cnca la petizione per i diritti dei migranti

"Chi fugge dalla Siria oggi, sa che rischia di morire, ma il rischio è più grande restando e anche se deve ricominciare da zero in un altro paese, trova il coraggio di compiere un viaggio che potrebbe anche concludersi con un naufragio perché è stanco di vedere cadaveri per strada. C'è chi scappa dalla guerra, chi dal regime dittatoriale eritreo, chi per le carestie: tutti scappano perché vogliono sopravvivere, non si possono fare differenze e dobbiamo pensare ai motivi che spingono moltissimi a questa scelta e poi impegnarci per aiutare le persone che arrivano qui: ho parlato con il sindaco di Bolzano e con il questore e siamo riusciti ad aprire un centro per 70 persone in modo che non debbano dormire sotto ai ponti, costretti a rubare per poter mangiare qualcosa". È quanto ha detto Alidad Shiri nel suo appassionato intervento, concludendo il racconto del pericoloso viaggio intrapreso per arrivare in Italia quando aveva solo 14 anni, storia poi confluita in "Via dalla pazza guerra. Un ragazzo in fuga dall’Afghanistan" (Il Margine, 2007), scritto insieme a Gina Abbate. L'intensa testimonianza è avvenuta sabato 1 ottobre nella Sala Rosa del Palazzo della Regione a Trento nel corso dell'incontro "Che ne è di tuo fratello?" coordinato dal direttore di Vita Trentina e di Radio Trentino inBlu, Diego Andreatta; uno dei primi appuntamenti della Settimana dell'accoglienza promossa dal Cnca – Coordinamento nazionale comunità di accoglienza del Trentino-Alto Adige/Sudtirol.

Durante l'incontro, organizzato dal Masci (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) del Trentino-Alto Adige all'insegna dello slogan "Per passare dall'emozione all'azione", la nuova segretaria generale Paola Ajelli ha presentato ufficialmente la petizione per il riconoscimento dei diritti umani dei migranti ricordando che il 21 ottobre il Masci presenterà alla Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, le firme raccolte.

"In Europa si costruiscono muri, ma il modo migliore per onorare i morti è aiutare chi sopravvive", ha detto il presidente del Cnca, Vincenzo Passerini, ricordando la Giornata nazionale dedicata alle vittime dell'immigrazione, deliberata dal Parlamento italiano il 3 ottobre per ricordare il naufragio di Lampedusa del 2013 nel quale morirono 366 migranti. "Alidad ha compiuto il suo viaggio della speranza trovando poi una comunità che lo ha accolto e oggi studia filosofia politica all'Università di Trento: ci auguriamo che storie come la sua, di minori immigrati che si integrano bene, si moltiplichino".

"Il mio desiderio – ha detto il giovane – è sempre stato quello di studiare, diventare avvocato e tornare nel mio paese per difendere i diritti dei bambini, ma, in quanto rifugiato politico, non posso rientrare in Afghanistan. Sono stato a Ginevra, nella sede dell'Onu: finita l'università, mi hanno detto che potrò lavorare per loro. Ho viaggiato in tutta Italia per raccontare la mia storia perché non è solo la ‘mia’ storia, ma quella di tantissimi che non possono dire la propria, una storia triste ma di accoglienza positiva. Quando presento il libro, incontro un'Italia accogliente: abbiamo realizzato un video in tutte le lingue con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) per dirlo".

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