“Vivremo anche per voi l’attesa Beatificazione”

“Carissima Lucia, sorella di sangue e di anima del Beato P. Mario, membri dell'Associazione Amici di P. Mario, confratelli Missionari Oblati di Maria Immacolata, e voi, innumerevoli amici, legati di cuore ai 'Martiri sorridenti' Mario Borzaga e Paolo Xyooj, vivremo anche per ciascuno di voi e con voi l'attesa Beatificazione dei 17 Martiri del Laos”. A scrivere queste parole è padre Angelo Pelis OMI, vice postulatore della Causa, alla vigilia della partenza, il 7 dicembre, per il Laos, insieme al Provinciale OMI padre Alberto Gnemmi. Per Padre Angelo si tratta di un ritorno “all'amato Paese e alla mai dimenticata Missione”, che vide partire forzatamente, 41 anni fa, più di 200 missionari, donne e uomini.

Alla vigilia della celebrazione a Vientian, alla quale parteciperanno 3-4 "reduci" (padre Pelis è l'unico italiano), gli abbiamo rivolto alcune domande.

Padre Angelo, prima ancora come confratello oblato che come postulatore, cosa l’ha affascinato nella vita cristiana di padre Mario?

Ci siamo conosciuti e subito benvoluti nel 1955. Lui 23 anni, e io 17. Davanti a me un confratello sereno, franco nella conversazione, delicato nel tratto, uomo di preghiera, dal quale trasparivano l’amore per Dio, per l’ideale missionario e l’attenzione verso i confratelli. A conferma, cito uno scritto di Mario, che mi riguarda e che rivela la sua dimensione umana e cristiana, ancor viva in me dopo 60 anni: “Oggi pomeriggio sono salito in infermeria per far visita a un confratello da tanto tempo ammalato. All'immediata presenza del dolore sono improvvisamente ammutolito (…). Il vostro letto è un altare, la vostra stanzetta un tempio dove noi possiamo venire a pregare, a ricevere tutte le infinite grazie che ci attirate dal cielo”. (Cronaca dello Studentato di san Giorgio C. 15/4/1956).

La Causa di beatificazione è stata relativamente breve,m dal 1977 al 2015,: su quali aspetti si è incentrata la valutazione della Congregazione per la Causa dei Santi?

Infatti, Causa breve, e subito avviata verso la “prova documentata del martirio di P. Mario e del catechista Paolo Xyooj”. Si sarebbe potuto intraprendere la via della santità, ma non si è voluto separare il Missionario dal suo catechista e per questo tutto il Processo, in fase diocesana e romana, ha posto l’accento sul martirio. E non c’è stato bisogno del miracolo!

Quale può essere l’attualità di martiri di oltre 50 anni fa?

La risposta più vera e più profonda ce la dà un Padre della Chiesa di molti secoli fa, San Pietro Crisologo: “I martiri nascono quando muoiono e vivono quando sono uccisi”. Inoltre, dopo 50, 100, anche 1000 e più anni, possiamo applicare ai nostri due missionari-martiri e a tutti gli altri quel che contempla San Giovanni nell’Apocalisse: ““Farò in modo che i miei due Testimoni… compiano la loro missione… Questi sono i due olivi e le due lampade che stanno davanti al Signore”. (Apoc. 11,3-4). E tracciano il solco a ognuno di noi!

Cosa rappresenta per i discepoli del catechista Paolo l’11 dicembre 2016?

La Chiesa del Laos riconosce nei 17 Martiri beatificati l’11 dicembre 2016 i suoi Protomartiri. I cattolici Hmong, gruppo etnico del catechista Paolo Xyooj, radicati fuori dal Laos dal 1975, parteciperanno alla celebrazione del 30 aprile 2017 a Trento. Si prevedono solenni festeggiamenti: il 3 giugno a Lione e il 30 giugno negli Stati Uniti. Tutto ciò a conferma di un rinnovato impegno a vivere la fede, trasmessa dai missionari-martiri, nelle condizioni attuali di diaspora in vari paesi dei 5 continenti.

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