Capriana, proiettato il documentario “Life in the Udzungwa’s shadow”

Massimo Gabbani assieme a un gruppo di bambini tanzaniani
Una volta, (ma non molti anni fa) i ragazzi e le ragazze comunicavano con i coetanei tramite lettera. Oggi utilizzano strumenti più potenti come immagini video: è l’evoluzione dei tempi. L’obiettivo comunque è sempre quello di conoscersi e capire il mondo in cui vivono. Gli studenti della valle di Cembra e alcuni ragazzi tanzaniani, hanno realizzato una serie di clip in lingua inglese, dove si presentano, raccontano la loro vita e le loro abitudini.

Il progetto, nato nel 2015, sta arrivando in porto e venerdì 10 marzo sarà proiettato il primo documentario nel teatro parrocchiale di Capriana. Il filmato, intitolato “Life in the Udzungwa’s shadow”, della durata di 42 minuti, narra la vita di quattro giovani tanzaniani del villaggio di Mwaya. Si tratta di un primo contributo a cui seguirà un successivo filmato che illustrerà il contesto e le abitudini di alcuni studenti della Valle di Cembra.

I video sono la punta di iceberg del progetto “dal Trentino alla Tanzania in una clip” ideato da Massimo Gabbani, film-maker, passato dalla cronaca ai reportage, e Silvia Ricci, ricercatrice e coordinatrice dell’associazione “Mazingira”, in collaborazione con il Polo Scolastico di Cembra e con il supporto del MUSE, Museo delle scienze di Trento.

“Da anni il MUSE è impegnato in attività di ricerca e esplorazione delle foreste dell’arco orientale della Tanzania”, spiega Silvia Ricci. “Tali attività sono iniziate negli anni ’90 e proseguono con programmi di ricerca e conservazione, nei Monti Udzungwa (Tanzania meridionale) e in altre località. Accanto al lavoro scientifico abbiamo pensato di fondare un’associazione che si occupi specificamente di conservazione ambientale, sostenibilità, cooperazione, aiuto allo sviluppo e formazione, in Africa come altrove, con l’obiettivo di ridurre i conflitti e integrare l’ambiente nella vita e nella cultura delle comunità locali, con approccio partecipativo”.

Di qui l’idea di realizzare un’azione di educazione globale mettendo a confronto due realtà molto distanti tra loro ma che comunque hanno punti di contatto. “Sono andato in Africa – spiega Massimo Gabbani – per documentare il lavoro di ricerca ma mi è sembrato importante dare la mia disponibilità per aiutare due mondi diversi raccontandola loro realtà. Abbiamo iniziato con i ragazzi del villaggio di Mwaya e poi continuato con quelli della valle di Cembra cercando non tanto di soffermarci sulle inevitabili differenze di ambiente e stile di vita, ma cercando invece gli elementi che possono creare un dialogo”.

I filmati realizzati non finiranno in un cassetto ma saranno impiegati come strumenti didattici e informativi sia in Italia sia in Tanzania per continuare a sviluppare valori e conoscenze necessari per affrontare le sfide di un mondo globale e interconnesso. L’obiettivo è quello di veicolare nella scuola principi di solidarietà, cooperazione, sostenibilità, non violenza, tolleranza, rispetto e stimolare la curiosità e l’accettazione della diversità, dell’alterità e dell’interdipendenza. Non solo. Aprire le menti a culture, religioni e stili di vita distanti dai propri.

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