Il limnologo Massimo Tardio

Dallo studio delle acque interne il limnologo raccoglie importanti informazioni sui cambiamenti climatici e sull’impatto dell’inquinamento globale.  “Il lavoro comincia in montagna poi ciò che abbiamo raccolto lo dobbiamo analizzare in laboratorio”, racconta Massimo Tardio, intervistato dai ragazzi della classe V A della scuola elementare Sacro Cuore di Trento.

Massimiliano, qual è il suo mestiere?

Sono un limnologo, studio i laghi e le alghe che li abitano. Più in generale, la limnologia è la scienza che studia le acque interne, quindi anche torrenti, fiumi e sorgenti.

Dove lavora?

Al Muse, il Museo delle Scienze di Trento, che oltre ad avere spazi espositivi ha al suo interno anche dei laboratori che sono riservati ai ricercatori. Quello che studiamo può venire anche esposto in quello che viene chiamato “exibit”: ciò che vedete al Museo è quindi anche frutto delle ricerche che facciamo. La ricerca, se non viene comunicata, rimane fine a se stessa.

Dove svolge il suo mestiere?

Il lavoro comincia in montagna, prelevando campioni d’acqua dai laghi che si trovano a quota superiore ai 1.000 metri. Ciò che abbiamo raccolto poi lo dobbiamo analizzare in laboratorio.

Che strumenti usa un limnologo?

Sul campo ne utilizziamo diversi: da quelli che ci servono a misurare i dati chimico-fisici, come ad esempio la temperatura o il PH dell’acqua, ai retini che invece ci permettono di raccogliere le alghe. E ancora bottiglie, o “dischi” che caliamo dalla barca per valutare la trasparenza dell’acqua. In laboratorio usiamo invece principalmente i microscopi.

Perché si studiano le alghe?

Non tutti lo sanno, ma circa l’80% dell’ossigeno che respiriamo non viene prodotto dalle piante, ma dalle alghe che vivono nei mari. Alcune alghe poi contengono dei pigmenti molto particolari attraverso i quali si fanno i farmaci o i cosmetici. Inoltre, in particolari ambienti come può essere il Lago Nero di Cornisello, ci danno informazioni sui cambiamenti climatici, sulla presenza di inquinanti, sull’impatto dell’inquinamento globale. In questo caso, i dati raccolti dal Museo in anni di lavoro, ci permettono di “misurare” i cambiamenti che avvengono anno dopo anno.

Qual è stata la sua scoperta più importante?

Può sembrare magari una cosa banale per chi non studia i laghi: per me è stato molto importante approfondire alcuni dettagli morfologici di un’alga che vive anche nel Lago Nero di Cornisello, a 2.200 metri di quota e che durante l’inverno costruisce una struttura di rivestimento: secondo gli studi scientifici questa sorta di “guscio” presenta un’apertura nella zona superiore. Studiando questa specie in questo particolare ambiente, invece, mi sono accorto che l’apertura si trova sotto: è l’unico caso al mondo. Per questo motivo ho quindi pubblicato un articolo in cui spiego dettagliatamente la mia scoperta; articolo che è stato accettato ed è andato su una rivista piuttosto importante nel nostro settore della limnologia.

Come è nata la sua passione?

Dal Lago di Tovel e dal suo diventare rosso: dalle elementari con i racconti della maestra fino alla laurea, con una tesi proprio su questo argomento.

Lavora anche fuori provincia?

Nella mia esperienza ho studiato solo laghi trentini: pochi a dire il vero, ma le nostre ricerche sono molto approfondite, entrano nel dettaglio: anche studiarne soltanto uno, ma in ogni singolo aspetto, ti apre un mondo…

Si può sperimentare il lavoro del limnologo?

Come Museo organizziamo proprio sul lago di Tovel alcuni eventi divulgativi rivolti a turisti e residenti. Presentiamo le nostre attività in maniera divertente e informale: portiamo le persone in barca, facciamo loro raccogliere le alghe che poi, in una struttura vicino al lago, possono analizzare con i microscopi, simulando ciò che accade il laboratorio. Con i bambini utilizziamo anche il teatro scientifico, sempre molto apprezzato.

Le piacerebbe svolgere la sua professione anche fuori dal Trentino?

Il viaggiare fa parte del mestiere del ricercatore, non solo per andare sul campo ma anche per partecipare a convegni internazionali: spesso ci capita di uscire dall’Italia. In particolare c’è un lago che vorrei visitare ed è il Seealpsee in Svizzera, che sembra essere interessato dallo stesso fenomeno che si presentava nel lago di Tovel.

Quali studi si fanno quindi per diventare limnologo?

Dopo le superiori mi sono iscritto a Biologia, a Bologna. Terminata l’università ho proseguito gli studi e ho fatto il dottorato di ricerca studiando i protisti, ovvero le alghe. Il lavoro del ricercatore è uno studio continuo che non si arresta mai. Bisogna continuare a studiare…

Intervista a cura della classe V A della scuola elementare Sacro Cuore di Trento


Nome: Massimiliano

Cognome: Tardio

Segni particolari: È coordinatore di attività di divulgazione scientifica e alta formazione presso la Stazione Limnologica del Lago di Tovel ed è mediatore culturale presso la Sezione Attività per il pubblico e nuovi linguaggi del MUSE.

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