Vigo Cavedine, ecco l’ “albero genealogico” di tutta la valle

Vigo Cavedine. Ha scavato negli archivi parrocchiali dai primi anni Ottanta. Dapprima ricerche effettuate in quelli di Tavodo (antica Pieve del Banale comprendente Ranzo e Margone) e di Ranzo setacciando uno ad uno i libri parrocchiali compilati a partire dal XVI secolo, poi altrove avvalendosi della digitalizzazione.

Sabato 8 aprile alle 20.30 nella casa sociale di Vigo Cavedine, lo storico Ettore Parisi porterà le primizie delle sue palpitanti giornate trascorse a rispolverare documenti disquisendone in presenza di Bruno Santoni, rispettivamente di Ranzo e Stravino, ponendo l’accento sulla genealogia di famiglie residenti in Valle dei Laghi da almeno un secolo e mezzo e, nella fattispecie, riferite a quelle secolari della “Vicinia Donego”.

“Hobby che assorbe gran parte del mio tempo libero da più di trent’anni”, confida Parisi nell’anticipare la serata durante la quale saranno proposte al pubblico interviste inedite rilasciate dagli anziani del posto: aneddoti, curiosità, leggende e quant’altro è materia di memoria storica ma non trova spazio nei libri e nel dibattito.

“Vicinia Donego”, un’associazione secolare risalente al XIII secolo di cui fecero parte (e raggruppa tuttora le nuove generazioni) le antiche famiglie di Vigo Cavedine: Bolognani, Comai, Cristofolini, Eccher, Lever, Luchetta, Manara, Merlo, Turrina, Zambaldi, al tempo proprietarie di un’ampia porzione indivisa di montagna in località Donego.

Con il termine “vicini” si intendono i capifamiglia nati nella suddetta villa “privilegiata”, coesi in vista di un obiettivo economico finalizzato allo sfruttamento del territorio (bosco, pascolo, fienagione) utilizzato al pari di bene allodiale esclusivo. Famiglie stabilitesi nella zona di confine tra il territorio del Principato vescovile e la Contea di Arco, posizione strategica in riferimento alla principale via di comunicazione tra Trento e il Basso Sarca.

L’albero genealogico verrà donato su richiesta ai discendenti delle genti di Vigo Cavedine affinché la memoria venga vissuta. “Quando non sai dove stai andando, ricordati da dove vieni”, vien da pensare, poiché chi ignora le proprie radici non può sapere di cosa necessita il proprio albero della vita per accrescersi.

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