Casa degli Artisti, da mezzo secolo “rifugio” per l’arte

Una delle recenti inaugurazioni a Casa degli Artisti di Canale di Tenno
Il giorno è esattamente quello. Era il 29 luglio 1967 quando veniva tagliato il primo nastro nella storia della Casa degli Artisti di Canale. Per la prima volta nel parco antistante il grande edificio in pietra grigia, con vista sulla valle tennese e sulle Ville del Monte, si riuniva un nutrito gruppo di artisti, appassionati d’arte, uomini e donne di cultura, amministratori. Tutti attorno a Giacomo Vittone, artista di origini piemontesi che negli anni Cinquanta e Sessanta ebbe il grande merito di dare slancio alla vita culturale dell’Alto Garda contribuendo, tra l’altro, alla nascita del Museo, all’attività degli Amici dell’arte e ad altre iniziative.

Esattamente cinquant’anni dopo, sabato 29 luglio,Casartisti celebra il proprio anniversario, con una mostra documentaria, un incontro tra quanti oggi ne seguono l’operato e un ampio catalogo che cerca – ma inevitabilmente a fatica – di riassumere mezzo secolo di storia.

La Casa nacque allora come luogo di soggiorno, quasi di rifugio, per gli artisti in cerca di ispirazione. Venne intitolata a Giacomo Vittone sia in segno di riconoscenza per quanto fece per l’arte e la cultura in Busa, sia perché quei luoghi – cioè le quattro Ville del Monte – gli erano carissimi: li aveva ribattezzati “Il Regno di Calvola”. In realtà Vittone visse poco la Casa che portava il suo nome. Il trasferimento a Roma, per motivi di lavoro – era un funzionario della Banca d’Italia – lo portò lontano da quei luoghi tanto amati, ma ai quali è rimasto legato in molti modi fino alla morte, nel 1995.

Quella prima fase durò tre lustri, nei quali comunque la Casa, oltre agli artisti, iniziò ad ospitare alcune mostre. Ma è dai primi anni Ottanta che la struttura subisce la metamorfosi che oggi l’ha portata ad essere un centro di produzione artistica e culturale nota internazionalmente. Un’accelerazione brusca che coincide con l’affidamento da parte dell’allora Consorzio a quattro comuni (proprietari della struttura erano Tenno, Riva, Arco e Nago-Torbole insieme) della direzione artistica a Franco Pivetti, ancora oggi coordinatore delle attività a Canale (con una pausa di cinque anni in cui il timone passò negli anni Novanta a Livio Tasin).

La svolta portò subito la Casa a proporre, non solo a Canale ma in tutti i centri della Busa, eventi come la “Biennale Internazionale della Grafica”, mostre di richiamo nazionale come “Tra sogno e magia”, manifestazioni come “Rustico Medioevo” (col comitato locale) ma anche convegni come “Artiterapie”, in collaborazione con l’Università Milano Bicocca. E poi collaborazioni con istituti italiani (“Brera”, “Cignaroli” e altri) e stranieri (tedeschi, austriaci, addirittura canadesi). Sono centinaia le mostre organizzate in questi anni e l’attività prosegue ancora con slancio e originalità (di recente anche con la partecipazione di Roberta Bonazza).

I cinquant’anni di Casartisti saranno celebrati sabato, alle 18, con l’inaugurazione della mostra dedicata a questo primo mezzo secolo di attività.

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