Gli Alumni di Mach costruiscono futuro

Due proposte in particolare meritano attenzione. Riguardano l’uno il colle di Tenna, l’altro la valle di Non

Cominciamo col dire perché usiamo la parola “Alumni” al posto del tradizionale Alunni. La radice è comune e deriva dal verbo latino “alere” che significa allevare, coltivare, nutrire. Nei primi anni dalla fondazione (1874) la scuola gestita dall’Istituto agrario di S. Michele all’Adige licenziava poche decine di assolti. Dopo due anni di impegnativa frequenza ne uscivano provvisti di una ottima preparazione soprattutto pratica da mettere a frutto nell’azienda di famiglia o di altri oppure da esprimere nei posti di lavoro (aziende agricole, cantine, ecc.) geograficamente distribuiti in tutti i Paesi dell’Impero Austro-Ungarico.

Da un censimento che ha riguardato il periodo compreso fra il 1876 e il 2014 risulta che il numero di giovani che hanno acquisito un titolo professionale e/o accademico presso i diversi tipi di scuola (percorsi didattici) arriva a 7.510.

Riferito ai titoli rilasciati: qualifiche, diplomi, lauree, ecc.. Poiché alcuni hanno acquisito negli anni più titoli, il numero indicato deve essere abbassato. La ricerca non dice di quanto. Attualmente l’istituto agrario (dal 2009 Fondazione Edmund Mach) propone una offerta didattica che copre una filiera che va dal corso per imprenditore agricolo al dottorato di ricerca in viticoltura ed enologia. Il termine Alumni richiama inoltre il college o il campus americano. Gli edifici costruiti negli ultimi trent’anni all’ombra dell’antico castello dei frati Agostiniani e nella piana sottostante danno proprio l’idea di un complesso esteso ed articolato oltre che multifunzionale.

Anche il convitto per studenti ed ospiti che comprende diversi edifici e campi di gioco dà l’idea di una comunità molto attiva, non solo in ambito scolastico.

Questa atmosfera si respirava all’interno della mensa nel tardo pomeriggio del 26 gennaio 2018 a conclusione della tradizionale cerimonia di consegna dei diplomi, attestati e riconoscimenti a diplomati e laureati meritevoli.

I premi e gli attestati erano suddivisi in 15 categorie di destinatari singoli o classi intere. I premi riguardavano risultati scolastici. Gli attestati si riferivano a ricerche, tesine, e progetti su un ventaglio ampio di argomenti realizzati con l’appoggio di enti, associazioni e ditte esterne. Nel corso dell’evento è stato presentato anche l’ottavo annuario (2016/2017) del Centro istruzione e formazione della Fondazione Mach. A presentarlo si sono succeduti il dirigente, Marco dal Ri e la docente di materie letterarie Roberta Bernardi, coordinatrice della pubblicazione che lo cura con passione da 8 anni.  La chiave di lettura dell’Annuario (il motivo conduttore è scelto anno per anno) è condensata nel seguente dittico: “Il mondo può essere salvato solo dal soffio della scuola” (Talmud) e “A tutti coloro che credono nella funzione educatrice della scuola”.

Il contenuto è diviso in 10 capitoli. Per dimostrare che gli Alumni di Edmund Mach sanno applicare le materie di insegnamento alla realtà che li vedrà protagonisti, scegliamo il capitolo dedicato a “Il mondo del lavoro”. Più specificatamente a due progetti elaborati (costruiti) in stretta collaborazione non solo con i docenti più direttamente interessati all’argomento, ma anche con quelli che hanno dato un contributo in base alla loro competenza.

Il primo progetto riguarda la proposta di rilancio del Colle di Tenna sovrastante il lago di Caldonazzo sul piano agricolo, forestale e turistico. Garantendo la sostenibilità tecnica, economica e sociale delle iniziative suggerite. Fino alla metà del ‘900 il Colle era occupato in buona parte da vigneti. Giulio Ferrari nella fascia fronte lago più vicina a Levico (Brenta) vi aveva piantato il primo vigneto di Chardonnay da spumante. Nei decenni successivi il Colle è andato incontro ad un progressivo degrado. La classe 5A dell’istituto tecnico GAT (Gestione ambiente e territorio) ha lavorato per due anni sotto la guida di Franco Frisanco.

Il secondo progetto ha coinvolto nel decorso biennio due classi dell’istituto tecnico indirizzo PT (produzione e trasformazione). Ha come ambito geografico la Val di Non.  Il lavoro è stato coordinato da Romina Menapace.  Gli Alumni hanno messo al centro del progetto una mela a polpa rossa resistente alla ticchiolatura. Con riferimento al logo Red Life (rosso vita) hanno elaborato una triplice proposta di valorizzazione di questa mela sul piano tecnico (coltivazione e consulenza ai frutticoltori), agroalimentare (consumo del frutto o di un succo rosso ricavato dalla mela) e promozionale (piano pubblicitario).  Scopo dichiarato per il lavoro di gruppo è proporre una selezione praticabile alla contrapposizione tra gli utilizzatori di fitofarmaci e gli abitanti che vivono nella stessa zona. La ricerca ha suscitato l’interesse di Trentino Marketing ed è stata sostenuta da Melinda che intende portarla a conclusione.

Concludiamo con una proposta. Entrambi i lavori hanno le caratteristiche per essere presentati per un adeguato finanziamento sul piano di sviluppo rurale 2014/2020. Ci sono tutte le premesse per considerarli PEI AGRI (partenariato europeo per l’innovazione).

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina