Spezziamo la catena della violenza

Anche a Trento e in altri centri della provincia il flash mob per dire no alla violenza contro donne e bambine

Ha aperto le danze, è proprio il caso di dirlo, Levico Terme, animando Piazza della Chiesa nella tarda mattinata di martedì 13 febbraio con il secondo One Billion Rising Revolution flash mob promosso dall’assessorato alle politiche sociali e pari opportunità del Comune e dall’associazione Sincronia Danza.

Ma l’appuntamento con l’edizione 2018 di One Billion Rising (OBR) vede in questi giorni protagoniste altre piazze, in Italia, per testimoniare solidarietà e vicinanza a molte altre piazze nel mondo, dove migliaia di donne e di uomini, insieme, chiedono azioni concrete contro la violenza su donne e bambine.

In Trentino mercoledì 14 febbraio, festa di San Valentino, per la sesta volta, piazza Duomo si è riempita di colore e di calore per iniziativa della rete V-Day Trentino: alle 17.30 tutti e tutte a ballare “Break the chain” per spezzare la catena della violenza contro donne e bambine, per unirsi in solidarietà contro lo sfruttamento delle donne, per dire che la forza dell’arte può cambiare le menti e le condizioni delle persone. Per dire – non a caso il giorno di San Valentino – che l’amore non può mai essere violenza, possesso, sfruttamento, ma o è libero o non è amore. Alla stessa ora si ballava anche a Mezzolombardo al Centro commerciale Braide. E così si era appena fatto a Rovereto ai Giardini Perlasca per iniziativa del Liceo Rosmini e a Riva del Garda presso l’Istituto Floriani e si sarebbe fatto, di lì a poco, nel corso del pomeriggio, ad Arco in piazzale III Novembre.

L’invito ad alzarsi, a resistere e ad essere solidali verrà ripreso venerdì 16 febbraio alle 17.30 nella piazza centrale di Molina di Ledro e sabato 17 alle 16 in via Roma a Rovereto.

One Billion Rising 2018 continua così a portare avanti un discorso solidale, contro lo sfruttamento delle donne che politiche neo-liberiste e un capitalismo rapace impongono alla maggior parte dei governi, recando con sé sofferenze e marginalizzazione dei lavoratori. Sfruttamento e povertà senza precedenti devastano la maggior parte del mondo. Sono in particolare le donne a patire il peggioramento delle condizioni sociali ed economiche. Disoccupazione, senzatetto, sfruttamento lavorativo, lavoro forzato, tagli ai servizi sociali, assenza di terra, abbassamento del salario minimo, guerre, crescente militarizzazione, disastri ambientali causati dall'avidità delle multinazionali, traffico di esseri umani sono il frutto distorto di un sistema globale che precipita il mondo in una crisi economica. Ma emergono anche movimenti di resistenza a un sistema che si avvita su se stesso: sono le comunità indigene che alzano la voce contro le industrie estrattive che saccheggiano l'ambiente e le risorse naturali, gli operai che si oppongono agli abusi delle multinazionali, i lavoratori che lottano per il salario minimo e la sicurezza sul posto di lavoro… rifiutando il ruolo di ingranaggi di un sistema che a livello globale produce profitti che non tornano ai lavoratori. Anche per tutto questo si è ballato e si vuole continuare a ballare.

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