Palla al piede, in testa l’arte

“Bisognerebbe abbattere il pregiudizio. Le parole di Collovati? Me le hanno riferite, sono rimasta così male che non ho voluto nemmeno riascoltarlo”

Un impegno non indifferente quello di unire studio e sport di alto livello che affronta con grande determinazione come ha fatto fin da bambina. Giulia Rosa ha 23 anni ed è originaria di Condino, paese al quale è molto legata, che raggiunge ogni volta che può. Vive, infatti, di norma a Trento dove frequenta la facoltà di Beni Culturali e milita nella squadra femminile di calcio dell’AFC Clarentia.

“Non so precisamente come sia nata questa passione; mi ricordo solo che volevo sempre giocare a calcio, anche a scuola a ricreazione”, racconta la giovane atleta che ha segnato i suoi primi gol con i “Primi Calci” della Condinese, fino a diventare capitano dei “Giovanissimi”.

Mamma Romea e papà Giancarlo la sostengono costantemente, racconta. Non è l’unica calciatrice in valle, gioca in rappresentativa; la nota il Trento femminile, nelle cui fila militerà fino all' “Under 19”. Giulia inizia così ad andare più volte in settimana ad allenarsi nel capoluogo: “Mi portava mio papà; fortunatamente c’era anche Arianna Bonenti, un’altra ragazza di Bondo, per cui le nostre famiglie facevano a turno; inizialmente ho faticato ad inserirmi in un contesto così diverso dal mio: poi mi sono fatta delle amiche e le cose sono decisamente migliorate”.

Oggi, Giulia indossa la dieci del Clarentia, che affronta il campionato nazionale di serie C. Si ispira all’attaccante della nazionale Cristiana Girelli, in forza alla Juventus (“Mio papà è juventino, ne sarà contento”, dice) e prima al Brescia e, a livello internazionale, Carli Lloyd, centrocampista della squadra nazionale degli Stati Uniti e campionessa del mondo, best FIFA Women's Player 2016.

All'impegno sul campo Giulia affianca quello sui libri. “Gli ultimi due anni di Liceo Turistico li ho fatti al 'Tambosi'. In quinta ho deciso che avrei frequentato Beni Culturali; ora mi manca solo quello di inglese, ma la tesi è già pronta. Volevo portare qualche argomento legato al paese in cui sono nata. Così ho chiesto allo storico locale condinese Franco Bianchini: mi ha dato una grossa mano e mi ha indirizzata verso gli affreschi della Pieve di S. Maria Assunta a Condino, in particolare verso quello dell’'Hortus Conlusus'”.

Soddisfatta in toto a questo punto? “Bisognerebbe abbattere il pregiudizio delle persone che in generale seguono il calcio”, risponde Giulia. “Le parole di Collovati? Me le hanno riferite in realtà; sono rimasta così male che non ho voluto nemmeno riascoltarlo”. La vita delle calciatrici è impegnativa quanto quella dei calciatori e le soddisfazioni altrettanto grandi. “La nazionale femminile di calcio italiana si è qualificata per i Mondiali 2019 in Francia – fa notare Rosa – mentre la maschile nell’ultimo mondiale no”.

Sarebbe per cui giusto che le ragazze della serie A potessero diventare tutte professioniste; molte devono fare il doppio lavoro per mantenersi e anche le paghe sono diverse da quelle dei maschi, ricorda Giulia, che in futuro ammette di essere divisa tra la scelta della professione sportiva e di una carriera nel mondo dell’insegnamento della storia dell’arte.

Tuttavia, racconta, come squadra si sta provando a dare visibilità al calcio femminile attraverso specialisti che curano la pagina Facebook dell’AFC Clarentia e rinunciando a far pagare il biglietto d’ingresso, anche se la squadra è in serie C. “Gli stadi – conclude – cominciano a riempirsi anche con le nostre partite: il futuro secondo me è roseo”.

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